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Gli amanti incastrati



Articolo di Eymeric Manzinali da Spokus, traduzione di Sofia Lincos. Si ringrazia l’autore per il permesso di pubblicazione.


Durante il sesso, il pene dell'uomo potrebbe rimanere incastrato nella vagina della partner. Un fenomeno che la medicina designerebbe sotto il termine penis captivus (letteralmente, "pene prigioniero"). Questo incidente sessuale è oggetto di numerose voci e leggende metropolitane, e, fra di esse, il coinvolgimento di coppie adultere. Lo si trova anche in storie medioevali.


Amanti incastrati: notizia o leggenda metropolitana?


“A causa dell’effetto ‘ventosa’, una coppia è rimasta ‘incastrata’ facendo l’amore in acqua”, titola un articolo di 20 Minutes pubblicato il 17 ottobre 2014:


Una coppia italiana è rimasta in acqua, fino a quando non ha attirato l'attenzione di una donna che camminava lungo la spiaggia. Li ha riportati a riva come meglio poteva. Poi, la passante ha chiamato aiuto, mentre dava ai due amanti un asciugamano per nascondere la loro condizione. All'ospedale, la donna ha ricevuto un'iniezione solitamente utilizzata per dilatare l'utero delle donne incinte. La coppia ha così potuto essere "liberata". 20 Minutes, 17 ottobre 2014.

Pubblicata originariamente dal tabloid italiano Il Mattino, questa storia di penis captivus ha fatto il giro del mondo. Illustra una leggenda ben nota: fare l'amore sott'acqua potrebbe bloccare il pene all'interno della vagina per un “effetto ventosa”.


Il sito di fact-checking Snopes esprime dubbi sulla veridicità dell'articolo del Mattino. La storia manca di dettagli per verificarla: mezzi utilizzati per trasportare la coppia, nome dell'ospedale, ecc. Nessuna testimonianza o discorso diretto supporta la presunta notizia. Questa storia ricorda, infine, la leggenda degli "amanti incastrati".


Un'inquietante somiglianza con la leggenda metropolitana degli "amanti incastrati"


Questa leggenda metropolitana circola da diversi decenni. Altre versioni si trovano in Europa (Campion-Vincent e Renard, 2005), Nord America (Brunvand, 1986), ma anche in alcuni paesi africani. Alcune hanno per protagonisti coppie che fanno l'amore in luoghi insoliti: in una vasca da idromassaggio, in una macchina e persino attraverso una recinzione (Campion-Vincent e Renard, 2005). Ecco il caso della storia di un giovane soldato che avrebbe avuto l'idea di incontrarsi con la ragazza in un angolo di una caserma:


Per loro sfortuna, hanno deciso di far sesso attraverso la recinzione. Nel bel mezzo della loro passione, la giovane donna ha avuto un crampo vaginale. La coppia non poteva più separarsi. Hanno dovuto chiamare aiuto e sono stati finalmente liberati da un soccorritore beffardo che li ha liberati con pinze affilate [...] e un secchio di acqua fredda come si fa per i cani. Narrato da Campion-Vincent e Renard, 2005, da Brednich, 1993.

Queste versioni della leggenda degli "amanti incastrati" hanno tutte uno schema simile: iniziano con l'entusiasmo della coppia e finiscono con un penis captivus che richiede un intervento esterno. La narrazione insiste anche sulla vergogna degli amanti, che devono essere "sgomberati" da un luogo pubblico sotto un asciugamano o separati con un secchio di acqua fredda.


Coppie adultere


Il motivo della coppia adultera è presente in diversi casi. Una storia di doppia caduta, rinvenuta in Inghilterra, in Germania (Campion-Vincent e Renard, 2005) e negli Stati Uniti (Brunvand, 1986) negli anni '70 e '80, racconta le disavventure di una donna che avrebbe fatto l'amore con il suo amante nel retro di una piccola auto. Trovandosi intrappolata, la coppia avrebbe potuto essere separata solo tagliando la carrozzeria del veicolo. La donna allora avrebbe gridato, in lacrime: "Come farò a spiegare a mio marito cosa è successo alla sua auto?"


Come molte leggende metropolitane, anche questa storia ha delle varianti. Alcune evocano un penis captivus. Altre attribuiscono la causa dell’"incastro" alla lombalgia e alla corpulenza dell'amante (Brunvand, 1986).


Nell'Africa subsahariana


Il motivo dell’adulterio sembra particolarmente presente nelle voci e nelle apparizioni del penis captivus attualmente circolanti in alcuni paesi dell'Africa subsahariana sotto forma di articoli, post, fotomontaggi o video, sui social network e in alcuni media. Le coppie adultere appaiono incollate l'una all'altra, a volte sono costrette a passare tra la folla coperte da un lenzuolo.


In De source sûre: nouvelles rumeurs d'aujourd'hui (2005), Véronique Campion-Vincent e Jean-Bruno Renard sottolineavano già la circolazione di queste leggende e la loro specificità rispetto alle versioni occidentali del penis captivus. Alcuni aneddoti attribuiscono in realtà l'incidente alla stregoneria, attraverso il marito tradito che avrebbe chiamato uno stregone per punire la moglie e l'amante.


Ribattendo a queste convinzioni, diversi post presenti su blog o i post abbondantemente copiati e incollati da un account Facebook o Twitter a un altro richiedono una spiegazione razionale del fenomeno:



Post di Facebook datato novembre 2019.



Il video è stato erroneamente descritto come un episodio reale, che si sarebbe presumibilmente svolto in Kenya.


Quest’ultimo caso illustra un effetto ben noto delle leggende metropolitane: la popolarità di un motivo leggendario può portare alla sua rappresentazione in un'opera di finzione. Può anche essere all'origine di un fenomeno di ostensione: l'imitazione da parte degli individui dello scenario contenuto in una diceria o di una leggenda metropolitana (Renard, 2022). Opere di finzione o comportamenti ispirati a leggende metropolitane a loro volta rafforzeranno o faranno rivivere la diffusione di una leggenda tra la popolazione.


Si noti che i paesi dell'Africa sub-sahariana sono tra le regioni del mondo in cui le parole chiave relative al pene captivus sono le più usate nelle ricerche, se diamo credito a Google Trends.


Il penis captivus: una realtà medica?


"In medicina, quando abbiamo a che fare con un caso un po' fuori dal comune, i medici lo documentano, e ne inviano la descrizione a una rivista specializzata […] Oggi le banche dati mediche permettono facilmente di trovare questi casi“, spiega Florian Gouthière, giornalista e autore di Salute, scienza: dovremmo abboccare a tutto? “Ecco: il numero di articoli medici che menzionano [il penis captivus], da 150 anni, è ridicolmente basso. Meno di dieci. E ancora più sorprendente: quasi tutti questi articoli medici sono commenti più o meno diretti su un singolo caso”.


La bufala di Sir William Osler


Questo caso fu riportato da un certo Egerton Y. Davis tramite una lettera indirizzata alla rivista Medical News di Filadelfia, nel 1884. A quanto pare, un signore avrebbe sorpreso il suo cocchiere in una posizione compromettente con la cameriera. Per la sorpresa, la coppia avrebbe faticato a staccarsi, senza però riuscire a farlo. Davis avrebbe poi fatto inalare del cloroformio alla cameriera, che si sarebbe rilassata, e avrebbe così liberato il “pene prigioniero”.



William Osler, dipinto di Thomas C. Corner (1865-1938), 1905. Fonte: The Alan Mason Chesney Medical Archives


La cosa più sorprendente di questa storia è che... è una bufala, inventata da Sir William Osler. Il medico canadese avrebbe voluto prendere in giro un suo collega, autore di un articolo poco documentato sull'argomento, inviando una lettera alla redazione di Medical News, di cui quest'ultimo era membro (Altaffer, 1983). “Osler non avrebbe mai immaginato che il suo scherzo sarebbe stato pubblicato, e sembra aver fatto di tutto per evitarlo, ma è finito per andare in stampa… e ha avuto il successo che sappiamo!“, ci informa Florian Gouthière.


Conseguenza della bufala: questo falso caso è ripreso da pubblicazioni mediche come, ad esempio, da Causes et traitement de la stérilité chez la femme (Cause e trattamento dell'infertilità nelle donne, NdT) del dottor Kisch (p. 149) :


Causes et traitement de la stérilité chez la femme del Dr. Kisch (p. 149). Fonte: Gallica.


Casi aneddotici o inesistenti di penis captivus


Nello stesso periodo, il ginecologo tedesco Hildebrandt (1872) descrisse un caso più credibile, spesso citato in letteratura medica, di penis captivus. Uno dei suoi pazienti gli raccontò di essersi trovato bloccato con la sua compagna per lunghi minuti durante il coito prima di potersi liberare. Un aneddoto simile è riportato dal collega e compatriota Scanzoni (1870).


Dal XX secolo ad oggi le fonti mediche su possibili casi di penis captivus sono più scarse: F. Kraüpl Taylor (1979) cita il racconto di un penis captivus che avrebbe provocato il suicidio di due studenti, in seguito alla sua rivelazione alla stampa, e che sarebbe stato pubblicato nella tesi di un certo A. Plitz nel 1931. Soltanto, il guaio è che non si è trovato nessun articolo di stampa relativo all'episodio. In più, Plitz non fornisce una fonte. Il secondo caso è una lettera, pubblicata dal British Medical Journal, legata all'articolo di F. Kraüpl Taylor. Il suo autore afferma di aver visto un caso di penis captivus quando lavorava in un ospedale:


Rubrica lettere del British Journal of Medicine.


Questo caso occupa 21 righe in tutto e si riferisce a fatti che si suppone siano avvenuti più di trent'anni prima della loro descrizione.


Un atto anatomicamente impossibile


Dunque, tutto fa pensare che il penis captivus sia un fenomeno rarissimo, addirittura inesistente. Come spiega Florian Gouthière:


Un pene umano eretto è, grosso modo, un tubo di una certa rigidità (all'interno i corpi cavernosi sono rigonfi di sangue) e il cui diametro è costante. Non stiamo parlando di un organo che si gonfia all'interno della vagina, viene eretto prima della penetrazione. Diametro costante: anche se durante l'orgasmo questa si stringe temporaneamente, liberarsi è più che possibile data l'anatomia umana. […] In altre specie le cose stanno diversamente. Nei cani, tipicamente, il rigonfiamento del glande è di dimensioni molto maggiori rispetto al resto del pene (può evocare un grosso tappo di champagne). Questo è il motivo per cui i rappresentanti di questa specie possono sperimentare questo tipo di incastro. Questa situazione comune potrebbe aver alimentato il mito di una simile disavventura negli esseri umani.

Interpretazione del penis captivus


Il penis captivus sembra essere più un motivo leggendario o letterario che una realtà medica. Lo dimostra la sua presenza in alcune storie medievali e antiche, con una dimensione morale del tutto simile a quella delle odierne leggende metropolitane.


Nella letteratura medica


Il medico e folclorista inglese John Davy Rolleston (1873-1946) ha indagato i riferimenti storici al penis captivus in Penis Captivus: a Historical Note (Pene prigioniero: una nota storica).


Handlyng Synne è un'opera in versi composta dal monaco inglese Robert Mannyng (1275-1338), “che tratta, tra l'altro, dei sette peccati capitali, illustrati da storie tratte da varie fonti” [traduzione nostra]. In una di queste storie, un uomo e sua moglie trovano rifugio in un monastero. L'abate li alloggia accanto alla cappella, in una stanza dove gli innamorati fanno l'amore. Dio, che non apprezza questo atto compiuto nei pressi di un luogo sacro, decide di punirli legandoli indissolubilmente l'uno all'altro. I monaci sarebbero riusciti a separarli con la preghiera. Il racconto termina con un monito: punizioni più severe «risulteranno dalla fornicazione - e ancor più dall'adulterio di sacerdoti o mogli lussuriose» [traduzione nostra].



Geoffroi de la Tour Landry insegna alle sue figlie, miniatura da un manoscritto del XV secolo del Libro per l'insegnamento delle sue figliole. Fonte: Wikipedia.


Due resoconti simili si possono leggere in Le livre du chevalier de la Tour Landry, un trattato di educazione morale composto da Geoffroi de La Tour Landry alla fine del XIV secolo. Il capitolo 30 del volume presenta gli amanti bloccati dopo aver fatto l'amore su un altare. Segue, nel capitolo successivo, la storia di Pigière, un monaco punito con il penis captivus dopo aver fornicato in una chiesa. Queste due storie si concludono con la vergogna derivante dalla scoperta della coppia.


Un penis captivus nell’Odissea di Omero?


Infine, possiamo leggere nell'Odissea di Omero un passaggio che ricorda il penis captivus. Il Canto VIII racconta infatti gli amori di Ares e Afrodite, sposa di Efesto. Per intrappolare i due amanti, il dio del fuoco e delle fucine ha l'idea di tessere una rete fatta di catenelle, sottili come fili di ragno, attorno al letto nuziale. "Nessuno avrebbe potuto vedere nulla /Nemmeno un dio sfortunato, tanto subdola era la sua opera", precisa l'Odissea. Quindi Efesto finge di "raggiungere la cittadella di Lemno". Ares si unisce quindi ad Afrodite. Al momento di arrendersi alle gioie dell'amore, gli innamorati non possono più muoversi. Ubriaco di rabbia, Efesto chiama a raccolta tutti gli dei. Questi ultimi scoprono nell'ilarità generale la trappola tesa dal marito ingannato.


Questo episodio degli amori di Afrodite e Ares ha ispirato molti artisti, tra cui Maarten van Heemskerck (1536).

Punizione dell’infedeltà e della devianza sessuale


Ci sono interessanti somiglianze tra questi resoconti e le leggende metropolitane del penis captivus, che circolano ancora oggi. Rappresentano in modo efficace atti ritenuti immorali o devianti: adulterio, atti sessuali compiuti in luoghi pubblici o inappropriati da “coppie obbligate a fare in fretta”. Il penis captivus interviene quindi come punizione, provocata dall'ira di Dio o da un marito deriso, utilizzando o meno forze soprannaturali. Nelle leggende contemporanee disseminate in Occidente, dove il soprannaturale è meno presente, assistiamo all'intervento di una giustizia immanente .


Questo meccanismo è assai comune nelle leggende metropolitane di tipo sessuale (vedi i nostri articoli sugli addii al celibato e Raggot il criceto; così come raccontati in Campion-Vincent e Renard, 2005). Come espediente letterario, il motivo afferma l'inevitabile legame tra una cattiva azione e la sua sanzione. Spesso assume la forma di un'ironia del destino, senza necessità di un intervento divino o umano: l'infedeltà può essere rivelata da un penis captivus, da una morte avvenuta in circostanze compromettenti, ecc.


Che siano puniti da un dio, da un marito disprezzato, da uno stregone o dalla semplice ironia del destino, i nostri amanti colpiti da penis captivus sono puniti anche dal sentimento di vergogna. Sono concretamente costretti all'immobilità e/o devono cercare un aiuto esterno, e sono così esposti, nudi, legati l'uno all'altro.


Una leggenda in via di estinzione?


Nonostante persista il motivo della devianza sessuale o dell'infedeltà punita, oggi è probabile che questi racconti siano condivisi soprattutto perché ci divertono o perché ci chiediamo se sia davvero possibile rimanere "incastrati" durante il coito. E, probabilmente, meno, o poco, per il loro risvolto morale. Possiamo, a questo proposito, notare che la leggenda metropolitana degli amanti incastrati è oggi meno diffusa su Internet e sui social network francesi, a differenza della sua versione come semplice voce. [Almeno, questo è ciò che abbiamo trovato attraverso le nostre ricerche fatte su Google, Twitter, e Facebook con l’uso di parole chiave mirate sia alla versione come voce (affermazione vera o falsa) sia a quella leggendaria del penis captivus (narrativa strutturata)] Lo testimoniano i tanti articoli di siti e riviste popolari, per donne o dedicati alla sessualità che mettono in dubbio la veridicità di questo incidente sessuale, e i mezzi per evitarlo.


Fonti



Immagine in evidenza: Efesto sorprende Afrodite e Ares, Alexandre Charles Guillemot, 1827, olio su tela, Indianapolis Museum of Art. Fonte: Wikipedia.

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