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LE LEGGENDE E IL LORO STUDIO

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Le leggende contemporanee sono storie a forte contenuto emotivo. Piacciono, un po' come le barzellette: perciò il sito del Ceravolc potrebbe essere divertente, sempre ironico, oppure prendere in giro e considerare al minimo degli ingenui quelli che credono e fanno circolare queste

storie.

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Noi ci divertiamo e vogliamo che questa sensazione vi arrivi, però noi proviamo anche a studiare le leggende. Qui proveremo a darvi qualche dritta sulle caratteristiche delle leggende e sulle voci, su come riconoscerle e su come interpretarle.  

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Nel 2004 Paolo Toselli scriveva in modo semplice e chiaro su Scienza e Paranormale, rivista del CICAP, su alcune caratteristiche essenziali delle leggende contemporanee. Eccole, integrate da altre considerazioni:

  • Sono storie brevi, dal  contenuto sorprendente, raccontate da persona a persona e ritenute vere senza che ci siano verifiche serie da parte di chi le diffonde;

  • hanno protagonisti dei nostri giorni, che però sono sempre sfuggenti e di solito anonimi: non ne è quasi mai chi le narra il protagonista, ma chi le narra dice che le sue fonti sono attendibili;

  • nascono da discussioni collettive. Di solito è impossibile capire il punto d'origine individuale;

  • circolano in modo incontrollato;

  • per ogni singola storia ci sono parecchie varianti;

  • di solito trasmettono un messaggio conservatore e di norma sono dotate di una "morale" o implicano consigli su comportamenti da tenere;

  • mescolano elementi reali con altri verosimili ad altri decisamente falsi;

  • di solito sono troppo strane o troppo belle per esser vere!

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Le leggende nascono ovunque, ma preferiscono delle aree:

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Nuove tecnologie, gli stranieri (sovente implicano stereotipi etnici), la natura e i suoi pericoli, la violenza delle società urbane, le celebrità e lo star system, l'evoluzione dei costumi (il senso e le sue complicazioni la fanno da maggiore); a volte, il sovrannaturale e il paranormale. 

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Sono state classificare in vario modo, ad esempio dal folklorista americano Jan Harold Brunvand nel suo libro The Baby Train, sistema ampliato nella II edizione della sua Encyclopedia of Urban Legends, dove occupa ben 24 pagine.

 

A che cosa servono?

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  • Esprimono paure ed aspirazioni di un gruppo sociale;

  • danno un senso a fatti ritenuti importanti che non hanno un'interpretazione chiara e condivisa;

  • sul piano psicologico sono manifestazioni del pensiero simbolico adattate alla contemporaneità.

 

Tutto vero, tutto falso?

 

Dai primi anni '90 del secolo scorso la "leggenda metropolitana" indica nel lessico italiano una bufala, una battuta scherzosa, una diceria, un pettegolezzo - insomma, qualcosa di "non vero". Ma una simile generalizzazione è fuorviante. 

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Dobbiamo sfuggire alla tentazione di considerare le leggende metropolitane come sinonimo di falso o di qualcosa il cui destino è di essere smitizzato e screditato da parte di chi è dotato di strumenti del pensiero critico - razionale. Allo stesso tempo, per il CeRaVoLC non è lecito assumere atteggiamenti denigratori verso chi crede in queste storie.

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Molti ritengono che la credenza nelle leggende metropolitane denoti ignoranza e mancanza di senso critico. Ma sovente sono proprio le persone istruite, razionali, che rivestono incarichi di responsabilità, i maggiori portatori e diffusori di leggende metropolitane. 

 

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