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Il grifone spia ed altre storie di animali 007


Articolo di Sofia Lincos


Catturato come spia, legato, affamato... E' accaduto ai primi di aprile a Nelson, finito suo malgrado in mezzo al conflitto yemenita. E dire che il prigioniero non poteva dire nulla per difendersi: in fondo è solo un grifone, un volatile della specie Gyps fulvus proveniente dal bioparco francese “Doué Fontaine” e poi trasferito in Bulgaria per un progetto di ripopolamento.


In autunno l'animale aveva lasciato i freddi climi dei Balcani per svernare nella penisola arabica. E qui, presso Taiz, nel sud-ovest del Paese, è stato catturato da un miliziano yemenita, convinto che si trattasse di una spia dei ribelli houthi, dal 2015 in guerra contro le forze governative e la coalizione militare con a capo l’Arabia Saudita. A “tradire” Nelson è stato, con tutta probabilità, il ricevitore satellitare di cui era stato dotato in Bulgaria: un gadget tecnologico che deve essere stato scambiato per una telecamera spia o per un altro oggetto altamente sospetto. A Nelson tutto sommato è andata bene: diverse Ong si sono mobilitate per salvarlo, e anche grazie alla popolazione locale l'animale è stato liberato. Ferito e denutrito, potrà tornare a volare nel giro di qualche settimana, riferiscono i veterinari.


Nelson si è salvato, ma in altre occasioni le cose non sono andate altrettanto lisce: non è certo la prima volta, infatti, che nella storia contemporanea un animale viene sospettato di spionaggio militare, o addirittura di essere una vera e propria arma.


Il panorama è vastissimo. Noi qui ci concentreremo sulle leggende che riguardano il Vicino Oriente, il mondo arabo e, ancora più in particolare, l’eterno conflitto arabo-israeliano. Da decenni, infatti, circola una leggenda metropolitana, comunissima fra le popolazioni mediorientali, secondo cui i nemici giurati addestrerebbero uccelli e altri animali per filmare, controllare o nuocere alla popolazione locale.


Ovviamente, il nemico può cambiare a seconda delle esigenze. Nel caso di Nelson erano i ribelli houthi, a volte vengono accusati genericamente gli "occidentali", ma i più gettonati, come c'era da aspettatsi, sono senz’altro gli israeliani. Il loro servizio segreto, il Mossad, viene promosso a essere mitologico, trasformandosi in un'entità di intelligence iper-tecnologica e quasi infallibile, perfettamente in grado di piegare ai suoi voleri uccelli e altre creature. In una certa misura, il Mossad ha sostituito nell’immaginario complottistico la CIA statunitense degli anni ‘60-’80 del secolo scorso.


Non si tratterebbe di usi tradizionali degli animali a fini militari o di polizia (sorveglianza, trasmissione di messaggi, caccia a sospetti, difesa e attacco in caso di disordini), ma di impieghi ai limiti - ed oltre i limiti - della fantascienza. L’elemento della malizia, della malvagità fine a se stessa, del danno arrecato alle popolazioni civili a fini di guerra psicologica è di solito ben riconoscibile in questo genere di voci.


Tanto per fare qualche esempio: nel dicembre 2010, diversi attacchi di squali avevano colpito l'Egitto e in particolare la celeberrima Sharm el-Sheikh, con conseguenti timori di ripercussioni sulla successiva stagione turistica. Durante un popolare show televisivo, Egypt Today, un "esperto" intervistato aveva affermato che gli squali erano stati teleguidati da agenti israeliani, con il preciso scopo di minare alla radice l'economia del Paese colpendone il turismo, voce fondamentale del prodotto egiziano: a confermarlo, un GPS trovato addosso a uno degli animali. Nel dibattito era intervenuto anche il governatore della provincia del Sinai meridionale, Mohammad Abdul Fadhil Shousha, che aveva etichettato l'ipotesi come "possibile, ma da confermare". Il ministro degli esteri israeliano aveva replicato che Shousha doveva aver visto troppe volte "Lo squalo" di Spielberg...


In realtà, i dispositivi di tracciamento in anelli e radiocollari usati per seguire gli spostamenti degli animali selvatici sono stati spesso al centro di fraintendimenti, soprattutto quando di provenienza israeliana.


Nel 2011 un grifone della stessa specie di Nelson era stato catturato da un cacciatore nei pressi di Ha'il, in Arabia Saudita. In quell'occasione diversi giornali avevano raccolto i timori e le voci della popolazione locale, convinta che si trattasse di un "agente del Mossad": il ricevitore satellitare legato al volatile portava infatti scritte che lo collegavano all'università di Tel Aviv.


Lo stesso sarebbe avvenuto a un avvoltoio capovaccaio in Sudan negli anni '70 e a un pellicano bianco negli anni '80 del secolo scorso: tutti e due erano muniti di dispositivi di tracciamento israeliani”!


In tempi più recenti (gennaio 2016), un grifone è stato catturato e rimpatriato in Israele dopo aver sconfinato per alcuni chilometri oltre il confine meridionale libanese. Secondo gli organi di stampa del Paese dei cedri, l'animale sarebbe stato attentamente esaminato alla ricerca di dispositivi di registrazione.


Nel dicembre 2012 era invece toccato a un altro avvoltoio catturato in Sudan, vicino alla città di Kereinek: anche in quel caso le scritte in ebraico sull'anello intorno alla zampa vennero considerate chiari indizi di colpevolezza. Curioso ma non troppo come la notizia fu riportata dall'emittente iraniana “Press TV”: l'animale si era trasformato in un'aquila del Mossad, equipaggiata con "dispositivi di tracciamento e sorveglianza".


Una vera aquila del Bonelli venne invece abbattuta nel 2013 dagli Hezbollah filo-iraniani in Libano: anche quella portava un GPS. Analoghe avventure avrebbero subito un gheppio nel 2013 (abbattuto in Turchia) e un'aquila di nel 2017 (catturata in Siria ma poi restituita agli israeliani). Un più vasto e documentato panorama è disponibile sulla pagina della Wikipedia inglese dedicata alle "cospirazioni zoologiche" su Israele. Altre interessanti raccolte sono presenti in questo articolo del National Geographic e in questo della BBC.


Non bisogna credere però che tutti gli animali spia arrivino dal Mossad: occasionalmente può accadere che vengano accusati altri Paesi occidentali, come avvenne nel 2013 nell’Egitto post-rivoluzione con una cicogna inanellata in Francia. L’animale dovette aspettare diversi giorni in prigionia il permesso di ripartire, ma dopo la liberazione finì preda dei cacciatori.


Non è tutto, rimanendo nell’area mediorientale, ma ancora al di là del perimetro dei paesi arabi, nel maggio 2012 un gruccione comune (Merops apiaster) venne trovato morto a Gaziantep, in Turchia. Era inanellato, presumibilmente per tracciarne la rotta migratoria. L'animale fu portato alle autorità, nel timore che potesse avere al suo interno un "microchip-spia". Il responsabile del Dipartimento dell’agricoltura della provincia, Akif Aslanpay, dichiarò alla stampa che il volatile aveva un becco molto diverso e più leggero rispetto ai "normali" esemplari, indizio evidente di un possibile uso per riprese audio e video. I sospetti, anche in questo caso, si concentrarono sull'onnipresente intelligence israeliana...


Non sono solo gli uccelli a rischiare, comunque: tra i presunti "animali spioni" figurano anche delfini, lucertole e camaleonti. Nell'agosto 2015, ad esempio, il comandante delle Brigate "Hamas Izz ad-Din al-Qassam" affermò di aver catturato vicino alle coste di Gaza un delfino dotato di videocamere e altri dispositivi (qualcuno parlò addirittura di frecce avvelenate). Delfini addestrati risultano essere stati effettivamente usati da diversi eserciti, ma nel caso specifico il "delfino israeliano" catturato da Hamas non sembra fosse uno di loro. La stessa esistenza di animali killer è al centro di diverse leggende metropolitane, come testimonia questa storia del 2013.


L'accusa da parte degli islamisti di Hamas di usare delfini killer è naturalmente parte del conflitto più ampio, ma quel che ci interessa sono le accuse che definiscono il clima di credenza disumanizzanti verso gli avversari: si pensi alle “caramelle avvelenate” o drogate che secondo alcune fonti arabe sarebbero distribuite dai militari dello Stato di Israele per uccidere i bambini nelle zone occupate.


In quest’ambito di accuse fantasmagoriche va letta pure l’accusa rivolta dagli iraniani nel febbraio 2018, secondo cui lucertole e camaleonti verrebbero "teleguidati" in Iran da forze occidentali per cercare di carpire i segreti nucleari della Repubblica Islamica.


In guerra anche le storie più assurde diventano credibili: fenomeni naturali come gli attacchi di animali selvatici si trasformano con facilità in azioni decise dal nemico - così diventando essi stessi armi di propaganda contro gli avversari di turno che, criminali come sono, invece di vincere sul campo di battaglia si accaniscono in maniera indiscriminata e scientifica contro la popolazione civile. Così, più di una volta aggressioni di coccodrilli, o di iene o cinghiali sono diventate il sintomo di una "liberazione abusiva" in natura da parte degli eserciti nemici. Un po' come le infestazioni di dorifore delle patate che, nei Paesi del blocco sovietico, negli anni ‘50 erano attribuite a lanci da parte di aerei americani. Nella Prima guerra mondiale cani e gatti furono sospettati di “spiare” attraverso le trincee inglesi.


Tutto ciò, naturalmente, non esclude che nel corso della storia militare tentativi di utilizzo degli animali come vere e proprie armi siano stati fatti. Un esempio antico è rappresentato da quanto ci ha trasmesso il Feuer Buch, manoscritto cinquecentesco che raccoglie le idee del tedesco Franz Helm (1500-1567) sulle munizioni e sugli esplosivi. Diverse illustrazioni mostrano quanto fu sperimentato in Europa centrale al termine del Medioevo. In tempi più moderni, sistemi per la fotografia aerea tramite piccioni furono effettivamente brevettati e utilizzati.


In una situazione di guerra ogni animale può diventare un nemico o un'estensione del nemico. E dopo tutto anche l'identificazione di un grifone come "spia” degli “altri” può non apparire così assurda, alla luce degli impieghi crudeli e dei sacrifici di tanti poveri animali vittime dell’uomo.



Illustrazione in evidenza: Gatto e uccelli con zaini-razzo, da: Franz Helm, Feuer Buch, manoscritto tedesco del 1584 sulle munizioni e sugli esplosivi, f. 137r.

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