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BURUNDANGA, LA DROGA DEL BIGLIETTO DA VISITA (O NO?)


Negli ultimi giorni, parecchi quotidiani italiani hanno pubblicato una notizia relativa a due uomini, il deputato venezuelano Freddy Superlano e un suo cugino, avvelenati in Colombia, dove erano fuggiti per timore del governo di Caracas. Le vittime avrebbero assunto in dosi eccessive la droga nota come “respiro del diavolo” o “Burundanga”. La dinamica degli eventi è ancora tutta da chiarire, ma la storia è stata utilizzata in chiave politica da entrambi gli schieramenti che si contendono il controllo del Venezuela.



Secondo i sostenitori del presidente auto-proclamato Guaidó si sarebbe trattato del tentativo di eliminare un oppositore al regime di Maduro, mentre secondo i fedeli a quest’ultimo si sarebbe trattato di un crimine legato alla prostituzione e forse a un tentativo di rapina da parte di due squillo.


L’episodio ha riportato alla ribalta il nome della Burundanga, un allucinogeno che da noi è conosciuto più che altro per via di una leggenda metropolitana che lo vorrebbe cosparso su biglietti da visita distribuiti da malintenzionati.


Già in gennaio, peraltro, erano riemerse tracce di questa storia, che ha almeno undici anni di vita. In Italia è infatti segnalata fin dal 2010, e a suo tempo ha trovato riscontro anche sulla stampa cartacea (Eco Risveglio Verbano, Verbania, 27 febbraio 2010; Il Canavese, 23 novembre 2010). Ecco il testo della catena di sant’Antonio recentemente girato di nuovo su Whatsapp:


Subject: I: FATELA GIRARE A TUTTI I VS CONTATTI
Leggere con attenzione per evitare brutte sorprese!
ARRIVA DIRETTAMENTE DALLA GUARDIA DI FINANZA DI REGGIO EMILIA PER FAVORE leggere ciò che segue:
Ad una stazione servizio, un uomo si è avvicinato ad una signora che era intenta a fare il pieno alla sua auto. Gli ha offerto i suoi servizi come imbianchino e gli ha lasciato il suo biglietto da visita. La signora gli ha detto di non avere bisogno, ma ha accettato il suo biglietto per dare prova in buona fede. L'uomo è allora entrato in un'automobile condotta da un altro signore. Mentre la signora lasciava la stazione di servizio, ha visto gli uomini seguirla.. Quasi immediatamente, ha iniziato a sentirsi confusa e stordita facendo fatica a respirare. Ha provato ad aprire la finestra rendendosi conto che uno strano odore veniva dalla sua mano, la stessa mano che ha accettato il biglietto del signore alla stazione di servizio. Ha allora notato gli uomini che erano attaccati dietro la sua automobile. Capito che dovesse fare qualcosa, è entrata nel primo parcheggio che ha trovato, ha fermato la sua automobile e ripetutamente si è messa a suonare il clacson per chiamare aiuto. Gli uomini sono fuggiti, ma la signora stava sempre male. È soltanto dopo molti minuti che ha potuto finalmente riprendere a respirare normalmente. Apparentemente, c'era una sostanza sul biglietto che avrebbe potuto seriamente stordirla. Questa droga si chiama BURUNDANGA ed è utilizzata da persone che vogliono colpire le vittime per rapinarle o violentarle. Questa droga è più pericolosa delle normali droghe o sonniferi. Essa è trasmissibile su semplici carte. Attenzione, non accettate questi generi di biglietti da sconosciuti. Attenzione, queste persone fanno visite a domicilio lasciando i biglietti nella buca delle lettere o sotto la porta, restando in zona per poi aggredire le vittime.
VOGLIATE INVIARE QUESTO MESSAGGIO D'ALLARME A TUTTI I VOSTRI CONTATTI

La lettera è firmata da un brigadiere della Guardia di Finanza di Reggio Emilia, davvero esistente (probabilmente un “garante involontario” della catena). Già nel 2010, peraltro, le Fiamme Gialle si erano peritate di smentire qualsiasi rapporto con la diffusione di questi messaggi.


Newsly, che il 23 gennaio ha segnalato la catena, ha spiegato quasi subito che si trattava di una pura invenzione. Già molti anni fa, però, lo aveva fatto in maniera assai ampia Paolo Attivissimo.


Burundanga è una parola propria dello spagnolo parlato in Sudamerica e indica il nome di un miscuglio di erbe che contiene in maniera prevalente scopolamina (farmaco noto anche come ioscina). Una miscela pericolosa, di ampio uso in Paesi come la Colombia, che in alte dosi può indurre allucinazioni terrifiche, ipersonnia e sintomi deliranti. Ciò che costituisce una leggenda metropolitana è il fatto che, per motivi di ogni genere ma soprattutto per azione di criminali, questa sostanza possa essere trasmessa attraverso la pelle, intrisa in fogli di carta o - come nella nostra storia - in biglietti da visita passati da una mano all’altra.


Per quanto ne sappiamo, questa storia circola internazionalmente almeno dalla primavera del 2008, e in estate si era già diffusa in parecchie parti degli Stati Uniti, in specie nel sud-ovest del Paese. Almeno agli esordi, faceva sovente riferimento a presunte vittime dei “biglietti da visita” drogate e rapinate mentre si trovavano in viaggio in Sudamerica.


Nell’autunno del 2008, sempre su Snopes, David Mikkelson aveva fatto notare un’altra cosa da considerare, quando si valutano le storie su prodotti, droghe e cibi originari di altre parti del mondo: sono davvero disponibili nel Paese in cui l’appello sta circolando? Ad esempio, la scopolamina in forma vegetale, quella usata con ampiezza in America Latina e che in sostanza non è altro che la Burundanga, in realtà si trova assai di rado negli Stati Uniti, così come in Italia.


Questo articolo più recente, del 2014, oltre a riassumere bene i termini della questione, pone altre due domande che è bene fare quando si prova il reality check, la verifica nella realtà degli elementi di una narrazione. Ecco le due domande: 1) nel racconto, la persona che offre il biglietto da visita indossava guanti, magari di gomma, per proteggersi dagli effetti dello stupefacente? 2) Diversi racconti sulla leggenda della Burundanga trasmessa coi bigliettini parlano di “un odore particolarissimo”. Coma mai, visto che la chimica della scopolamina e dei composti a sua base ci dice che la vera Burundanga è inodore, oltre che insapore?


Per molti versi questa leggenda ricorda uno dei classici dell’immaginario sugli stupefacenti, in circolazione almeno dal 1981: i “francobolli all’LSD”, finti valori bollati e figurine che, leccati, avrebbero fatto ingerire lo stupefacente a bambini ed adolescenti. Per sapere di più sulla circolazione in Italia dei volantini che mettevano i guardia contro i famigerati “francobolli alla droga” vi invitiamo a leggere l’articolo che apparve nel 1991 sul primo numero di Tutte Storie, la rivista del CeRaVoLC, (pp. 12-15), ad opera di Paolo Toselli, fondatore della nostra associazione.


Per la Burundanga è possibile menzionare anche un altro allarme, precedente a quello dei biglietti da visita. Nel maggio 1998 un’associazione, preoccupata per il presunto moltiplicarsi di sette, satanisti e culti insoliti in Italia, aveva sostenuto in una dichiarazione all’agenzia ADN Kronos che


[della Burundanga] ne fanno uso sette e maghi truffaldini […] per intontire i loro adepti o i loro clienti e, grazie al completo stato di ipnosi in cui con l'inganno li fanno soggiacere [...] approfittano di costoro per derubarli o infliggere violenza.

La leggenda urbana della Burundanga somministrata con i biglietti da visita presso i distributori di benzina, comunque, sembra strettamente imparentata con una storia americana molto simile, segnalata da Snopes:


Allo Junior Market sulla Sandbridge Road, vicino a Lagomar e all’Heritage Park, una donna stava facendo rifornimento quando un uomo è apparso e le ha chiesto dei soldi per la benzina. Lei gli ha dato pochi dollari e poi ha finito il rifornimento. Era al telefono con un suo amico nel frattempo. Prima che fosse tornata alla macchina, l’uomo è tornato indietro, le ha afferrato la mano e il polso e si è comportato come se volesse stringerle la mano, dicendo “grazie mille per la vostra generosità”. Il tipo indossava un grosso anello e le ha stretto la mano con forza. La donna è rimontata in macchina e mentre usciva [dal parcheggio] una macchina le si è messa davanti, mentre un’altra auto la tallonava da dietro. Dopo aver percorso un miglio la donna disse all’amico al telefono che aveva le vertigini e stava per svenire. L’amico le disse di non accostare e di raggiungere il luogo pubblico più vicino. Arrivò al parcheggio del negozio “Margie and Rays” e svenne sui gradini dell’ingresso. Aveva due punture sul polso e il referto tossicologico dimostrò che le era stata iniettata una cosa tipo la droga dello stupro.

Una versione di stile un po’ più “antico”, perché vede al centro un simbolo classico dell’immaginario collettivo e quindi anche delle leggende di nostro interesse: l’iniezione, di solito con vittime di sesso femminile.

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