top of page

Il codice segreto delle acconciature

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 3 giorni fa
  • Tempo di lettura: 5 min

ree

La serie Adolescence, grande successo su Netflix nel marzo 2025, trasporta lo spettatore in un mondo in cui i ragazzi usano un linguaggio comune spesso inaccessibile ai genitori, fatto di emoji, teorie estremiste sui sessi e comunicazioni mediate dai social. In questo, la serie riesce a cogliere bene lo smarrimento dei genitori di fronte a un codice comunicativo che non conoscono, in cui le emoji possono avere significati diversi - e più inquietanti - rispetto a quelli consueti. 


Le paure per i “linguaggi segreti” dei giovani non sono un timore recente, e spesso sconfinano nelle leggende metropolitane. Anche in epoca pre-internet, gli episodi di questo tipo erano innumerevoli, spesso fomentati da articoli allarmistici, soprattutto quando i presunti messaggi in codice riguardavano la sfera sessuale dei (ma soprattutto delle) giovani. Un caso decisamente poco noto è quello che nel 1944 riguardò un presunto codice segreto delle acconciature adottato dalle adolescenti di Louisville e di Dallas per segnalare la propria disponibilità verso potenziali partner.


Il 15 maggio 1944, il settimanale Life rivelava infatti agli ignari genitori che le loro ormai non più bambine stavano probabilmente usando i nastri per capelli per mandare segnali sessuali ai coetanei. 


Per le ragazze delle superiori i nastri per capelli sono un mezzo importante per esprimersi. Le teenagers non usano saloni di bellezza. Si lavano e si tagliano i capelli l'una con l'altra, pensando a come creare il loro stile unico indossando accessori originali. I capelli delle ragazze di oggi sono un terreno fertile per lacci di scarpe, strofinacci, fiocchi di cellophane, cannucce colorate, tovaglioli di carta-pizzo, ornamenti da albero di Natale, campanelle, fazzoletti da cowboy e strisce di feltro dai colori brillanti. Il semplice nastro per capelli è diventato un'arma. nella battaglia dei sessi.
A Louisville il colore dei nastri ha un significato preciso. Un nastro giallo è simbolo di un'odiatrice di uomini. Un nastro bianco è un invito ai ragazzi a lasciar perdere, perché chi lo indossa è la "strega" (l’amica del cuore) di qualcun altro. Alla scuola superiore di Highland Park di Dallas, Texas, è la posizione del nastro ad essere significativa. [...]

L'articolo era sormontato da una serie di fotografie (le vedete nell'immagine in testa all'articolo) che svelavano nei dettagli il codice in questione. 


- Nastro sulla parte superiore della testa - indica che Ann Mitchell è "fuori per cercare un uomo"
- Nastro indossato sulla parte posteriore - indica che Betty Dupree "non è interessata agli uomini".
- Nastro indossato sul lato destro - indica che Becky Brown è follemente innamorata.
- Nastro indossato a sinistra - è un segnale e una sfida. Significa che Betty Chaney "vuole una cosa seria".

È difficile sapere se qualche ragazza di Louisville o di Dallas abbia mai adottato un linguaggio di questo genere. Ci pare più probabile che l’articolo facesse parte di quella lunga teoria di “codici dell’amore” che hanno assai più di leggendario che di vero. Certo è che l’allarme su una rivista nazionale non era giustificato dalla sua effettiva diffusione.


Come spiegava nel 2010 lo psicologo sociale Lorenzo Montali su Query, la rivista del CICAP:


è chiaro che qualsiasi simbolismo di questo genere ha senso solo se è patrimonio di un piccolo gruppo, mentre è molto meno credibile se tutti conoscono l'insieme dei significati associati al codice segreto.

In altri termini: i codici di questo tipo, per funzionare, devono essere conosciuti da un numero sufficiente di persone, altrimenti nessuno ne coglierebbe il significato, ma devono al tempo stesso essere segreti, altrimenti cesserebbe il senso del “gioco”. 


Montali, però, non stava parlando del linguaggio delle acconciature di Dallas, ma di un caso che nel 2010 aveva dato scandalo in Brasile, e i cui strascichi erano arrivati anche in Italia: la leggenda della pulseira do sexo, braccialetti di gel o di plastica indossati dalle ragazzine per segnalare la propria disponibilità a determinate prestazioni sessuali. Il ragazzo che rompeva il braccialetto - spiegava l’8 aprile 2010 il Corriere della sera - avrebbe potuto reclamare il “premio” associato, a seconda del colore del braccialetto stesso: viola per un bacio sulla bocca, blu per un rapporto orale, nero per un rapporto sessuale completo. La storia, però, non era altro che una leggenda metropolitana diffusa in diversi paesi, che negli anni Duemila aveva portato al bando dei presunti “braccialetti del sesso” in diverse scuole statunitensi. 


In quell’occasione, Snopes aveva commentato:


L'attuale clamore mediatico fa sembrare che questo tema, quello dei giovani che caricano oggetti innocui di significati sessuali segreti, sia una novità, eppure esiste da decenni. Sebbene l'attuale incarnazione si concentri su braccialetti colorati ed economici, la questione esisteva già trent'anni fa, riguardo alle linguette a strappo delle lattine di bibite e alle etichette delle bottiglie di birra. A quei tempi, i ragazzi di varie scuole negli Stati Uniti e del Canada sentivano dire che le linguette erano "buoni validi per il sesso": tutto ciò che un ragazzo doveva fare per convincere la ragazza dei suoi sogni a portarselo a letto era presentarle la linguetta di una lattina di soda, e lei doveva dire di sì. (Perché una ragazza qualsiasi si sentisse costretta a fare sesso con un ragazzo a caso per una linguetta in mano, non sembrava una domanda che i ragazzi si ponevano; ma d'altronde, che cosa c'entra la logica con le fantasie sessuali di adolescenti e preadolescenti?). In altre scuole si diceva che una linguetta potesse essere scambiata per un bacio, e in alcune versioni della diceria le condizioni dell'oggetto presentato ne determinavano il valore: se l'anellino era rotto dalla linguetta era buono per un bacio, ma se l'anello era intatto era scambiabile con un rapporto sessuale.

Comunque sia, il mondo dei presunti codici segreti dell’amore (e del sesso) è assai più vasto: si va dal codice dell’ananas per rimorchiare al supermercato, ai segnali segreti degli scambisti, a quelli dei pedofili che desiderano ardentemente rivelare al mondo le proprie preferenze sessuali, ma senza scoprirsi troppo. Prima ancora, nell’Ottocento, si vociferava di un codice dei ventagli: la posizione di questo accessorio (vicino al cuore, aperto, chiuso, e così via) avrebbe trasmesso allo spasimante messaggi del tipo “mi hai conquistata”, oppure “stammi lontano”. Negli stessi anni, ciclicamente i giornali segnalavano la diffusione di altri linguaggi segreti: da quello dei nastri, a quello dei francobolli, fino a quello dei fazzoletti o dei fiori.


Sullo sfondo di queste storie ricorrenti, spesso si trovava la paura che le giovani donne potessero comunicare messaggi sconvenienti oppure - orrore! - anche combinare veri e propri incontri con gli spasimanti all’insaputa dei genitori. Naturalmente, c’era anche il timore per un mondo - quello dell’adolescenza - distante e incontrollabile, con propri codici, regole, rituali spesso inaccessibili agli adulti: dal codice delle acconciature ai nostri giorni, sono sempre questi gli ingredienti chiave di leggende metropolitane come queste.


 
 
 

Commenti


Centro per la Raccolta delle Voci e Leggende Contemporanee (CeRaVoLC) - 2018

bottom of page