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I segni dei pedofili



Articolo di Sofia Lincos


Se i segni segreti dei ladri non vi sembravano abbastanza inquietanti, da qualche anno su internet è apparso un nuovo spauracchio: quello dei segni dei pedofili, quattro simboli che sarebbero stati adottati dalla cosiddetta “pedofilia organizzata” e che indicherebbero le preferenze sessuali dei loro membri. Così la storia viene spiegata nel rapporto Meter del 2019, associazione fondata nel 1997 da don Fortunato Di Noto:


La rete non è esclusivamente uno strumento di diffusione di foto e di video che i pedofili e i pedopornografi utilizzano per arricchirsi, ma serve anche a “difendere” la pedofilia e a tentare un’opera di normalizzazione. Una vera e propria lobby strutturata e ben organizzata (raccolta fondi e giornata internazionale pro-pedofilia) che fornisce consigli su come adescare i bambini e indica siti online dove è possibile trovare foto e video con contenuti pedopornografici. Innumerevoli sono i gruppi, “le stanze”, dove si raccontano le storie di incontri sessuali con minori e dove si somministrano test per “misurare” l’attrazione sessuale verso i bambini. [...] Vari i loghi identificativi o simboli per riconoscersi uno con l’altro, per diversificare le loro preferenze sessuali e per indicare specificamente il genere sessuale preferito dal pedofilo; infatti, i membri delle organizzazioni pedofile incoraggiano l’uso di descrizioni come “boylove”, “girllove” e “childlove”.
Il “BoyLover logo” (BLogo) è una piccola spirale triangolare azzurra circondata da un triangolo più grande, dove il triangolo più piccolo rappresenta un bambino e il triangolo più esterno rappresenta un uomo adulto.
Una variante del BLogo e il “Little Boy Lover logo” (LBLogo), che a sua volta rappresenta una piccola spirale triangolare inscritta in un triangolo più largo; in questo caso gli angoli del logo sono arrotondati per dare l’impressione di un disegno fatto da un bambino piccolo.
Il “GirlLover logo” (GLogo) rappresenta un piccolo cuore circondato da un cuore esterno più grande, a simbolizzare una relazione fra un maschio o una donna adulti e una ragazza minorenne.
Il “ChildLover logo” (CLogo), raffigurato come una farfalla, rappresenta i molestatori di bambini senza preferenze di genere.
“The Childlove Online Media Activism Logo” (CLOMAL) è un logo per fini generali utilizzato da singoli individui per identificare dei media online, come blog e webcast, a contenuto pedofilo o pro-pedofilia.

Una prima ondata di popolarità dei simboli risale al 2006, quando un’inchiesta comparsa il 21 agosto di quell’anno sul New York Times portò alla luce diverse chat e forum in cui si promuoveva la cosiddetta “pedofilia culturale”: l’idea, cioè, che l’attrazione verso i bambini non sia altro che un orientamento sessuale come un altro. Queste chat non erano di per sé illegali, spiegava il quotidiano, ma il rischio era che potessero funzionare da “rinforzo” psicologico di alcune idee distorte, che in quell’ambiente trovavano consenso e approvazione - e che, se applicate nella realtà, avrebbero potuto portare a comportamenti criminali. Nell’articolo si faceva anche menzione di “una ditta di gioielleria online che realizza ciondoli grazie a cui chi li indossa può proclamare la sua attrazione per i bambini”, permettendo così alle persone “nel giro” di riconoscersi l’un l’altro.


L’esistenza di questi simboli non era un’invenzione del New York Times: l’anno successivo, il 31 gennaio 2007, furono inclusi in un documento dell’FBI Cyber Division, Unità Innocent Images. Il bollettino dell’Agenzia era rivolto alle forze dell’ordine, che avrebbero così potuto riconoscerli subito in caso di perquisizioni o di sequestri. L’FBI citava due casi in cui questi loghi erano stati trovati nel corso di operazioni di polizia: nel primo caso era stato individuato ill triangolo “spiralizzato” integrato nel banner di due siti web dedicati alla promozione della pedofilia; nel secondo, il DIpartimento della giustizia della California era entrato in possesso di una moneta con impresso lo stesso simbolo, ma accompagnato dalla frase “Kids Love Pedos”. in più, nel testo si faceva riferimento alla presenza degli stessi segni incisi su anelli e ciondoli. Il documento dell’FBI era classificato come riservato, ma alcuni mesi più tardi venne pubblicato su Wikileaks e da lì arrivò al grande pubblico.


Questa, per ora, la storia della comparsa di quei quattro simboli, almeno per come siamo in grado di ricostruirla. È davvero possibile che siano stati utilizzati all’interno di chat e forum dedicati a questa parafilia - anche se, a ben vedere, si parla sempre di fenomeni limitati a un particolare sito o a un gruppo organizzato, e non di segnali “universali” diffusi tra tutti i pedofili. Ma è a partire dalla pubblicità ricevuta nel 2006-2007 che questi simboli sono diventati oggetto di leggende metropolitane e di voci di vario tipo: da quando, cioè, attivisti anti-pedofilia e mamme preoccupate cominciarono a notarli un po’ ovunque su giocattoli e beni di consumo.


A questo riguardo, uno degli episodi più eclatanti si verificò nel 2016: ad un evento motoristico, il Monster Jam di Pasco (Florida), venne distribuito un camion giocattolo souvenir con impresso il simbolo dei GirlLovers (il cuore circondato da un cuore più grande). Indicative le parole usate dalla testata WFLA, che per prima si accorse dello “scandalo”:


Questo è ciò che significa il cuore. Quando un pedofilo vede dei bambini con il simbolo del cuore, è un codice. Significa che quel bambino è pronto per entrare nel traffico del sesso.

Interessante, qui, lo slittamento di significato: da segno di riconoscimento tra persone appartenenti a una comunità (e quindi indossato dal pedofilo su di sé), il simbolo si era trasformato in un marchio da imprimere sui bambini o sui loro giocattoli, un contrassegno per identificare i minori che avrebbero dovuto presto essere rapiti e abusati. Qualcosa, insomma, di molto simile alla leggenda dei segni degli zingari, riciclata di recente anche in chiave canina.


Come hanno spiegato Wired e Snopes, non c’è nessuna evidenza di un utilizzo simile, né del fatto che quel logo avrebbe potuto rappresentare un pericolo per i bambini. Nonostante ciò, gli organizzatori si sentirono in dovere di scusarsi per l’impiego del marchio, di cui non conoscevano il significato, ritirarono i camioncini e promisero che avrebbero avviato una revisione di tutti i loghi presenti sui propri giocattoli.


Ma il caso Monster Jam non è certo un unicum: in diverse occasioni, la rabbia degli attivisti anti-pedofilia ha preso di mira insegne di negozi e locali. Due esempi recenti: ad agosto 2020, il Cafè des Artistes di Baie-Saint-Paul (Canada) si è trovato al centro di una tempesta sui social, a causa del suo logo, assai simile al “triangolo spiralizzato” dei BoyLovers (rappresentava, nelle intenzioni dei proprietari, una C stilizzata con un A al centro). Prima di loro, era toccato a una pizzeria da asporto della zona parigina di Montparnasse: a indirizzare i sospetti, oltre agli evocativi nomi del menu (nel locale si può infatti ordinare una “norvégienne girl” al salmone, una “mexicaine girl” con chili, ecc) anche l’insegna, una spirale vagamente somigliante al Little Boy Lover logo.


E ancora: simboli pedofili comparirebbero nel marchio di una ditta specializzata in gelati (anche in Italia), nei video della cantante Cindy Lauper e di altri musicisti, in cartoni animati, film della Disney, app per cellulari. Addirittura c’è chi li ha riconosciuti nei paramenti sacri e nei vestiti di alcuni alti prelati della chiesa cattolica, papa Francesco compreso.


Negli ultimi mesi, l’identificazione di questi simboli ha ricevuto parecchio risalto da parte del movimento QAnon - una teoria del complotto secondo cui il mondo sarebbe governato da un deep state, formato dai politici democratici e dai maggiori vip di Hollywood, con l’aiuto dei media mainstream e dei giornali, contrastati, però, da Donald Trump, vero eroe salvifico del movimento. Tutti questi potenti corrotti sarebbero segretamente dediti a pratiche sataniche, cannibalismo e pedofilia, oltre che alla tortura dei bambini per estrarre una sostanza ringiovanente e euforizzante, l’adrenocromo. Il movimento ha conquistato fette sempre più larghe di consenso tra gli elettori repubblicani degli Stati Uniti: secondo un sondaggio risalente ai primi di settembre, circa un terzo di loro condividerebbero le teorie cospirazionistiche di QAnon.


È comprensibile che credere nell’esistenza di una lobby potentissima di pedofili con agganci in tutti i settori della società costituisce un terreno fertile per l’individuazione di simboli pedofili un po’ ovunque. Qualcosa del genere era accaduto ai tempi del panico satanico degli anni ‘80 e ‘90, quando alcuni attivisti avevano individuato simboli esoterici nei loghi di diverse compagnie commerciali: il caso più eclatante, forse, fu quello della multinazionale Procter&Gamble, conclusosi a distanza di anni con cause milionarie.


Nel caso dei simboli pedofili, però, c’è qualcosa di più: QAnon ha in un certo senso “adottato” i simboli dei pedofili, facendone un cardine della propria teoria. E così, ad esempio, la presenza di spirali o triangoli individuati nei film di Hollywood o nelle clip musicali costituisce una prova ulteriore della natura tentacolare delle lobby pedofile- Particolare importanza ha avuto, ad esempio, l’individuazione di un simbolo simile al BoyLovers Logo nei video di una band punk rock di Los Angeles, i Sex Stains, che - hanno scoperto alcuni militanti di QAnon - avevano suonato nella pizzeria Comet Ping Pong, un locale al centro di una teoria del complotto che può essere considerata una delle fonti di ispirazione di QAnon. Per inciso, anche in quel caso al centro di tutto c’era un immaginario “codice segreto” che sarebbe stato usato da pedofili legati a Hillary Clinton e al partito democratico statunitense, che prevedeva l’uso di espressioni come cheese pizza per indicare la pornografia infantile.


Per comprendere quanto i simboli dei pedofili siano importanti per la teoria QAnon, basti pensare questo: molti gruppi di discussione legati al movimento si trovano ormai su Telegram, anche per via delle misure anti-fake news messe in atto da altri social. Ebbene, Telegram dà agli utenti la possibilità di creare degli sticker, gruppi di icone “a tema” da utilizzare al posto degli emoticons. Occorre sapere che da qualche tempo esistono anche set di sticker a tema QAnon, e che una delle immagini impiegate mostra proprio i nostri quattro simboli (sormontati dalla scritta Be aware: Pedophile Symbols, “State attenti: simboli pedofili”).


Cosa si può dire, dunque, di questa nuovo panico morale? Se anche il nucleo iniziale della storia potrebbe essere autentico (cioè, potrebbe essere vero che alcuni di quei simboli siano stati utilizzati da pedofili per sottolineare la loro appartenenza a una community), con il tempo il significato attribuito ai simboli pedofili è cambiato ed ha assunto tratti sempre più leggendari. Il suo successo poggia sull’idea ricorrente dei segni segreti di riconoscimento, come quelli che i fautori dell’antimassoneria cercano di identificare nei gesti e nelle posture dei personaggi pubblici (ma per quale ragione un massone dovrebbe rendere palese la sua appartenenza facendosi ritrarre in tv o dai fotografi, poi?). Ma l’idea, di per sé, è onnipresente: basti pensare ai presunti simboli di riconoscimento tra satanisti finiti in un bollettino della polizia USA negli anni ‘80, ai marchi delle streghe del passato o ai segni di identificazione degli incendiari durante le rivolte contadine tedesche del Cinquecento.


La loro funzione è evidente. Di fronte ad un gruppo che percepiamo come minaccioso. anche perché si ritiene possa colpire ovunque e in qualsiasi momento, il simbolo segreto dà la sensazione di poter organizzare una reazione appena si paleserà. Se si fa attenzione ai segni dei ladri, si potranno capire in pochi istanti non solo la presenza, ma le intenzioni dei topi d’appartamento; se si individuano i simboli dei pedofili, si può stare in guardia e proteggere i propri figli, magari modulando le strategie in funzione del fatto che siano maschi o femmine, assai piccoli oppure adolescenti.


I codici segreti sono uno straordinario mezzo di gestione dell’ansia, ci tranquillizzano rendendoci parte attiva e non preda inerte. Eppure di norma sono fuorvianti, disfunzionali. Nella stragrande maggioranza dei casi, la pedofilia colpisce ad opera di persone che i bambini conoscono benissimo: familiari, amici di famiglia, adulti coinvolti a vario titolo nell’educazione dei ragazzi - e questo senza bisogno di spirali, segni satanici o cuori che siano. L’idea che comunicano i simboli pedofili rischia di alterare la percezione delle minacce. Con il pericolo, oltretutto, di lanciare accuse infamanti verso ditte ed esercizi commerciali che con il traffico di minori non hanno nulla a che fare, e che possono subire danni economici e d’immagine gravissimi.

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