Da alcuni giorni è in libreria Complottismi, il nuovo libro di Paolo Toselli, coordinatore del Centro per la Raccolta delle Voci e Leggende Contemporanee, pubblicato dalla Editrice Bibliografica di Milano. Centoventi pagine, parte della collana "Movimenti, idee, fenomeni", riassume e spiega molte cose di un universo estremamente articolato con una leggerezza davvero invidiabile!
Scrive Paolo in apertura: fare il complottista è come unire i puntini. Fare il complottista vuol dire cercare, disperatamente, affannosamente, senza mai smettere un attimo, di fare ordine nelle cose che accadono e che, di norma, ci sovrastano e appaiono assai più grandi di noi. Un libro piccolo ma estremamente denso al termine del quale, dice lo stesso Autore, forse ci scopriremo tutti quanti un pochino complottisti. Dalle modalità di fondo del pensiero complottista, dice Paolo, nessuno si senta escluso.
L’excursus d’attacco con il quale Toselli unisce a modo suo i puntini che fanno la storia del complottismo moderno è rapido ma efficace: reazione alla modernizzazione, orrore per le idee di eguaglianza e libertà della Rivoluzione francese, incapacità di attribuire il mutamento sociale a forze interne alle società stesse fecero sì che si rendesse necessario individuare in modo più netto e più eloquente che nel passato remoto degli agenti della dissoluzione. Ai tradizionali ebrei, causa di ogni male, si aggiungevano i massoni, i gesuiti, i rivoluzionari, i settari di ogni tipo, poi, con l’arrivo sui mercati moderni della letteratura occultistica di massa, largamente affiancati da alieni, entità misteriose di vario genere, ibridi, mutanti, super-entità del mondo postmoderno.
Negazionismo degli allunaggi, terrapiattismo, scie chimiche (quest’ultima parte comprende la storia degli incontri di Paolo con parte dei sostenitori italiani della leggenda sciachimista), Pizzagate, QAnon, sono esplorati in modo veloce ma impietoso, sovente anche nei loro risvolti italiani, che Paolo tiene sempre presenti e che non tutti coloro che in questi ultimi anni scrivono di complottismo sono in grado di maneggiare con competenza paragonabile alla sua.
Una parte sorprendente è quella dedicata al cospirazionismo di ambito ufologico. Oltre che studioso del leggendario contemporaneo, Toselli è uno degli esponenti più noti dell’orientamento critico della ricerca sui cosiddetti Ufo. Anche per questo -al contrario dei tanti contributi pure importanti che stanno uscendo in Italia e altrove – Paolo si sofferma piuttosto a lungo su quell’area, il cui rilievo pubblico è andato crescendo a partire dalla fine degli anni ‘80 del secolo scorso e oggi ha raggiunto parti significative della popolazione mondiale con una forza e una capacità di penetrazione che nessuno, fino a qualche anno fa, si sarebbe aspettato.
Naturalmente Paolo dedica spazio al complottismo legato al Covid. Se è vero, scrive, che le dimensioni del problema hanno portato con sé una quantità senza precedenti di voci, falsità, leggende, dicerie, insinuazioni, è anche vero - e in questo Toselli riprende la folklorista Andrea Kitta – che i modelli narrativi cospirazionistici sul Covid non sono diversi da quelli concernenti l’antivaccinismo o le teorie sulle malattie create in maniera artificiale dai potenti di turno, da re, medici della peste e untori del Rinascimento sino alle smart tv viste come strumento di controllo parallelo alla “falsa epidemia” di Covid.
Non pensiate comunque che, considerati gli argomenti pop cui Paolo dedica buona parte di Complottismi, questo significhi che il libro sia un’opera pop. Non lo è affatto. Dietro un linguaggio veloce e accessibile si mimetizza bene una larga conoscenza della letteratura scientifica sul complottismo prodotta in tempi recenti. Qua e là, anche dai brevi riferimenti a piè di pagina, s’intuisce lo sforzo costante d’informare chi legge non solo circa il panorama storico e corrente della fenomenologia complottistica, ma anche e anche di più dell’evolversi delle sue interpretazioni. 9
Pur nella gravitas che a volte deve circondare le narrazioni complottiste, Toselli, nel suo realismo non appare pessimista. L’enorme attenzione per il fenomeno, come mille altre cose alla portata di gran parte dell’umanità grazie al web, non deve far dimenticare che l’idea del complotto è un fenomeno cognitivo costante, pressoché inevitabile nei tentativi, sia pur poco azzeccati, di affrontare il compito adattivo nei confronti dell’ambiente e delle sue ambiguità.
Il rischio, tuttavia, conclude Paolo, è di tipo intellettuale: la costante tensione malevola verso qualsiasi interpretazione consolidata del passato e del presente potrebbe giungere a minare i fondamenti stessi della civiltà moderna.
I consigli di lettura finali sono come Complottismi: brevi, importanti, mirati. Se li si segue, ci si ritroverà come alla fine della lettura del volumetto di Paolo: assai più competenti di prima su un fenomeno socialmente pervasivo e che continuerà ad impegnare i ricercatori e l’utente consapevole dell’informazione quasi di certo per un tempo di cui nessuno riesce a scorgere la fine.
Un libro pessimo. Estremamente scontate le sue congetture