Il gelato nella borsetta: una leggenda al gusto di imbarazzo
- Redazione
- 16 lug
- Tempo di lettura: 6 min

Vi è mai capitato di incontrare all’improvviso una star del cinema? Quali sentimenti ha suscitato in voi? Sorpresa, entusiasmo, forse un vago imbarazzo? Oppure, forse ne siete stati così colpiti da non sapere come comportarvi? Ma non è nulla, rispetto a quello che sarebbe accaduto alla protagonista della nostra storia di oggi.
Una donna del Michigan e la sua famiglia erano in vacanza in un piccolo villaggio del New England, frequentato da Paul Newman e dalla sua famiglia. Una domenica mattina, la donna si era alzata presto e aveva deciso di fare una lunga passeggiata. Dopo una camminata veloce di cinque miglia, aveva deciso di concedersi un cono gelato con doppia dose di cioccolato. Era salita in macchina, aveva guidato fino al centro del paese ed era andata direttamente all’emporio panetteria/gelateria.
C'era solo un altro avventore laggiù: Paul Newman, seduto al bancone, che si stava godendo una ciambella e un caffè. Il cuore della donna aveva saltato un battito quando i suoi occhi erano entrati in contatto con quei famosi occhi azzurri. L'attore aveva annuito gentilmente. e la donna folgorata dalla star aveva abbozzato un sorriso. “Controllati”, si rimproverava. “Sei una donna felicemente sposata con tre figli. Hai quarantacinque anni, non sei un’adolescente che gioca. Andiamo, su!”
Il commesso aveva il suo ordine e lei aveva pagato e aveva raccolto il resto, lasciando rapidamente il negozio senza nemmeno osar dare un'occhiata in direzione di Paul Newman mentre se ne andava. Raggiunta l’auto, si era resa improvvisamente conto di avere in mano una manciata di spiccioli, mentre l'altra mano era vuota. Cosa aveva fatto del suo gelato? Era così scombussolata dalla vista di Paul Newman da aver lasciato il suo cono in mano al commesso, o da averlo lasciato sul bancone? Che imbarazzo!
Era tornata al negozio, aspettandosi di vedere il commesso che le teneva il cono, sorridendo del suo errore... ma il commesso non c’era, e il cono non era sul bancone. E così, si era voltata a guardare verso Paul Newman. Il suo volto si era aperto in un sorriso familiare, caldo e amichevole. Disse tranquillamente alla donna: "Lo ha messo nella sua borsa!" (da ActiveRain)
Un’avventura davvero imbarazzante: la donna, sopraffatta dall'emozione dell’incontro con una celebrità come Paul Newman, ripone involontariamente il proprio cono gelato nella borsetta. Ma è accaduta davvero?
Questa storia circola da anni, spesso raccontata come vera e attribuita a un "amico di un amico" (il classico FOAF - friend of a friend). In realtà, si tratta di una leggenda metropolitana diffusa almeno dagli Anni 80 del Novecento, che nel tempo ha subito numerose variazioni sia riguardo al protagonista sia al luogo dell'incidente. Ne hanno parlato, tra gli altri, il sito di debunking Snopes e lo studioso di leggendario contemporaneo Jan Harold Brunvand, sia sul sito Deseret News sia nel suo libro del 1989 Curses, broiled again! (uscito in italiano come Nuove leggende metropolitane, Costa&Nolan, 1996).
1986, l’estate del gelato nella borsetta
La versione più celebre di questa leggenda vede appunto come protagonista l'iconico Paul Newman (1925-2008), considerato all’epoca uno degli uomini più affascinanti di Hollywood. In questa variante, è emersa per la prima volta nel 1986: in un articolo uscito sull'Hartford Courant il 5 giugno di quell’anno, l'editorialista Jerry Dumas raccontava la vicenda e spiegava di averla sentita da sua moglie, che a sua volta l’aveva sentita dalla protagonista della vicenda. Quando Dumas aveva tentato di verificare la veridicità del racconto, aveva scoperto che no, l’imbarazzante aneddoto non era successo all’amica della moglie, ma semmai a un’amica dell’amica. Insomma: il giornalista non era riuscito a risalire la catena delle fonti, e si era dovuto arrendere al fatto che la vicenda era probabilmente soltanto una leggenda metropolitana.
Come spesso accade con narrazioni di questo tipo, la storia ha goduto di periodi di maggiore e di minore popolarità. Diventata virale nel 1986, attraversò poi un periodo di relativa quiete, tornando a riemergere nell’aprile 1991, quando la rivista americana Good Housekeeping, nella rubrica "The Way We Are", firmata da Lois Wyse, la raccontò come un fatto davvero accaduto. Wyse attribuiva la vicenda all’amica di una sua conoscente, Heidi; in quell’occasione l'incontro ravvicinato con Paul Newman era avvenuto in una gelateria di New York, e la “spiegazione finale” arrivava dal commesso della gelateria, che spiegava pazientemente alla donna:
"Le ho dato il resto. Ha aperto il portafoglio, ha messo via il resto, ha messo il portafoglio nella borsa. Poi le ho dato il cono. L'ha preso e l'ha messo nella borsa, proprio accanto al portafoglio".
Nell’ottobre del 1990, si raccontava invece che l’incidente era accaduto a Kansas City, dove l’attore stava girando Mrs. and Mrs. Bridge, interpretato da Paul Newman e Joanne Woodward.
Una leggenda dai molti protagonisti
C’è un’altro indizio che indica il carattere leggendario della nostra vicenda: è infatti attribuita a molti altri attori - sempre a sex symbol di sesso maschile.
Nel settembre del 1986, durante le riprese del film The Milagro Beanfield War, a Santa Fe, nel New Mexico (Milagro, nella versione italiana), un giornale locale diede alla storia ampio risalto, presentandola come vera e pubblicandola in prima pagina. In questa versione, però, il protagonista era Robert Redford, alla sua seconda prova come regista:
In città e nei dintorni tra una ripresa e l'altra… Ma la signora che lo incontrò in una gelateria di Canyon Street era decisa a mantenere la calma. Fingeva di ignorare la presenza della star del cinema. Dopo aver lasciato il negozio, si rese però conto di non avere il cono gelato che aveva comprato e pagato. Tornò al negozio… per reclamare il suo cono. Sentendola parlare, Robert Redford disse: "Signora, probabilmente lo troverà dove l'ha messo - nella sua borsa!"
Due giorni dopo, il giornale pubblicò una ritrattazione della storia. Lo stesso Redford ha ripetutamente negato che l'episodio sia capitato sul serio.
Altri nomi che sono stati associati a questa disavventura sono quelli di, Jack Nicholson, di Tom Brokaw e di Ben Affleck. A differenza di altre celebrità, però, Nicholson sembra essere stato più ambiguo riguardo alla veridicità della storia, quasi ammettendo che potesse essergli successo. Paul Newman, invece, dichiarò scherzosamente a USA Today che intendeva citare in giudizio i colleghi Nicholson e Redford, perché la storia del gelato era la “sua falsa storia".
Potrei essere io
Le leggende urbane spesso riflettono ansie, paure o credenze culturali condivise. Questa, in particolare, fa leva sulla simpatia che si prova per la protagonista del racconto e sull'imbarazzo e la confusione che possono derivare dall'incontro con il proprio idolo. È facile mettersi nei panni della donna che, sopraffatta dall'emozione, compie un'azione illogica come mettere un gelato nella borsa. Proprio per questo fa piacere vedere che - almeno nella maggior parte delle versioni - la celebrità in questione reagisce con comprensione e bonomia alla scena, limitandosi a sorridere e a segnalare l’errore.
Uno dei dettagli più interessanti di questa leggenda è che, nonostante le numerose smentite, spesso è stata raccontata in prima persona, come in questa versione del 1997 riportata da Snopes:
”L'estate scorsa ero in una gelateria del Connecticut e mi sono resa conto che Paul Newman era dietro di me", ricorda Debbie Rawlins, un'insegnante di 33 anni. "Decisa a non farmi turbare dalla sua presenza, ho ordinato il mio gelato, l'ho pagato e sono uscita, ma solo per accorgermi che non riuscivo a trovarlo. Quando sono tornato nel negozio, tutti ridevano. Paul mi ha sorriso e mi ha detto: - È nella tua borsa. Ovviamente, il mio Rocky road si stava sciogliendo all'interno della borsetta, mentre io diventavo rosso ciliegia per l'imbarazzo! Ma Paul non avrebbe potuto essere più gentile”. (Vicki Jo Radovsky e Barrie Gillies, “Ohmigod, Isn't That ...?", Cosmopolitan, ottobre 1997)
In altre occasioni, chi la racconta afferma di aver assistito di persona alla scena. Anche la figlia di Paul Newman, Nell, nel 2000 ha presentato la storia come autentica in un articolo apparso sul Christian Science Monitor, affermando di averla vista accadere in un'occasione, peraltro non meglio specificata (Bonnie Churchill, "Lively Legend Plans Escape from Acting", The Christian Science Monitor, 21 April 2000). La precedente dichiarazione del padre di Nell Newman, però, quella resa nel 1986, si oppone in modo diretto alla realtà di questa versione.
Nonostante le numerose smentite, la storia riemerge ciclicamente nelle cronache statunitensi. Forse perché, semplicemente, si tratta di una storia gradevole, con i suoi elementi di umorismo e insieme di imbarazzo - un mix in grado di superare qualsiasi desiderio di accuratezza fattuale. Rimane un gustoso aneddoto che, proprio come un gelato sciolto in una borsetta, lascia una traccia difficile da dimenticare.
Buon proseguimento di estate!
Immagine in evidenza: da Pixabay, di Couleur.
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