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Katharine Hepburn e il circo: una leggenda sulla generosità

Immagine del redattore: RedazioneRedazione



Su diversi social network circola da tempo una storia che pone l’accento sull’importanza del donare. La vicenda è attribuita a Katharine Hepburn (1907-2003), attrice apprezzatissima e vincitrice di quattro premi Oscar, per esempio, per “Indovina chi viene a cena” (1966) e per “Sul lago dorato” (1982). 


Questo è il testo, condiviso il 30 gennaio 2025 sulla pagina Facebook “Parole al vento”, corredato da una foto in bianco e nero della diva:


Una volta, quando ero adolescente, mio padre ed io eravamo in fila per comprare i biglietti per il circo. Finalmente, c'era solo un'altra famiglia tra noi e il banco dei biglietti. Questa famiglia mi fece una grande impressione. Erano otto bambini, tutti probabilmente sotto i 12 anni. Dal loro abbigliamento si poteva capire che non avevano molti soldi, ma le loro vesti erano ordinate e pulite. I bambini erano ben educati, tutti in fila, due a due dietro i genitori, tenendosi per mano. Chiacchieravano entusiasti dei clown, degli animali e di tutti gli spettacoli che avrebbero visto quella sera. Dalla loro eccitazione, si capiva che non erano mai stati al circo prima d'allora. Sarebbe stato un momento importante nella loro vita.
Il padre e la madre erano in testa al gruppo, orgogliosi come non mai. La madre teneva la mano del marito, guardandolo come per dire: "Sei il mio cavaliere dall'armatura splendente". Lui sorrideva, felice di vedere la sua famiglia così contenta. La bigliettaia chiese all'uomo quanti biglietti volesse. Rispose con orgoglio: "Vorrei comprare otto biglietti per bambini e due per adulti, per poter portare la mia famiglia al circo". La bigliettaia indicò il prezzo. La moglie dell'uomo lasciò la mano del marito, abbassò la testa, e le labbra di lui iniziarono a tremare. Poi si avvicinò un po' di più e chiese: "Quanto ha detto?" La bigliettaia ripeté il prezzo. L'uomo non aveva abbastanza soldi.
Come avrebbe potuto girarsi e dire ai suoi otto figli che non aveva abbastanza denaro per portarli al circo? Vedendo cosa stava accadendo, mio padre mise la mano in tasca, tirò fuori una banconota da 20 dollari e la lasciò cadere a terra. (Non eravamo ricchi, in nessun senso della parola!) Mio padre si chinò, raccolse la banconota da 20 dollari, diede una pacca sulla spalla all'uomo e disse: "Scusi, signore, questa è caduta dal suo portafoglio". L'uomo capì cosa stava succedendo. Non stava chiedendo l'elemosina, ma apprezzò sicuramente l'aiuto in una situazione disperata, dolorosa e imbarazzante. Guardò mio padre dritto negli occhi, prese la sua mano tra le sue, strinse forte la banconota da 20 dollari e, con le labbra tremanti e una lacrima che gli scorreva sul viso, rispose: "Grazie, grazie, signore. Questo significa davvero molto per me e per la mia famiglia".
Mio padre ed io tornammo alla nostra macchina e guidammo verso casa. I 20 dollari che mio padre aveva donato erano quelli che avremmo usato per comprare i nostri biglietti. Anche se quella sera non riuscimmo a vedere il circo, provammo entrambi una gioia dentro di noi molto più grande di qualsiasi cosa il circo avrebbe potuto offrirci. Quel giorno, imparai il valore del Donare. Il Donatore è più grande del Ricevente. Se vuoi essere grande, più grande della vita stessa, impara a donare. L'amore non ha nulla a che vedere con ciò che ti aspetti di ricevere, ma solo con ciò che sei disposto a dare—che è tutto. L'importanza di dare e benedire gli altri non può mai essere sottovalutata, perché c'è sempre gioia nel donare.
"Impara a rendere felice qualcuno attraverso atti di generosità." 
Katharine Hepburn

Una storiella edificante, dunque, che enfatizza la gioia che si prova nel dare, e nel farlo in maniera incondizionata, senza aspettarsi nulla in cambio - il gesto del padre appare ancora più nobile perché fatto in segreto, per non umiliare il ricevente. Ma qualcosa del genere accadde davvero alla celebre attrice?


In realtà, l’attribuzione alla diva degli Anni 50 e 60 del secolo scorso è errata. Katharine Hepburn ha scritto diversi libri autobiografici, come Me: Stories of My Life e Little me, ma in nessuno compare la vicenda dei biglietti del circo. 


In realtà, come avevano già scoperto i fact-checkers di Snopes, che ne avevano discusso nel 2020, la storia è improbabile: Hepburn era nata nel 1907, e venti dollari del 1920 corrisponderebbero a circa trecento euro attuali, ovvero, a 37 euro a testa, un prezzo eccessivo per un biglietto del circo, soprattutto in relazione ai tempi cui farebbe riferimento la vicenda. In realtà, il testo, che circola sia in italiano sia in inglese, è stato scritto da Dan Clark, life coach e autore di numerosi libri motivazionali di successo. Si trova all’interno di A 2nd Helping of Chicken Soup for the Soul (in italiano: Brodo caldo per l’anima 2 - Nuove storie che scaldano il cuore e confortano lo spirito, a cura di Jack Canfield e Mark Victor Hansen; il secondo volume della serie), pubblicato in origine nel 1995.


L’attribuzione errata, secondo Snopes, risale almeno al 2017. Il sito di fact-checking non fa ipotesi sulle motivazioni alla base della "versione Hepburn”. Dal canto nostro, possiamo ipotizzare due strade. Una prima possibilità è che il falso sia stato intenzionale: come accade spesso, l’attribuzione di un aneddoto a una persona famosa è un tipico meccanismo delle leggende metropolitane, che acquisiscono così maggior credibilità agli occhi di lettori e ascoltatori, oltre che una maggior vicinanza emotiva. Hepburn, per quanto ancora ricordata anche in paesi come il nostro, è tuttora una vera e propria icona della cultura moderna degli Stati Uniti.


Tuttavia, l’errata attribuzione potrebbe anche essere nata per caso: in alcune varianti del testo, il racconto viene chiosato da una frase ispirazionale sull’importanza del dono e della gentilezza. La firma di Katharine Hepburn, riferita soltanto a quelle frasi, potrebbe aver indotto a credere che l’intero testo fosse opera dell'attrice, finendo così per estendere a lei l’origine dell’intero brano - un processo ben noto ai filologi e alla critica testuale. Il gioco del copia-e-incolla della rete e la scarsa propensione a verificare le fonti avrebbero fatto il resto.


Qualunque sia la causa dell’errata attribuzione, è da notare che dal 2017 lo “sbaglio” ha avuto tempo di lasciare il web e di comparire sulla carta stampata. Figura, per esempio, in Surrender (2024), di Don Baunsgard, un prolifico autore americano di libri di apologetica cristiana evangelica. Come ci insegna la storia delle leggende metropolitane, un aneddoto non ha nessun bisogno di essere autentico per diventare virale. Anzi. 


Immagine in evidenza: Katharine Hepburn nel 1941 - foto di studio della MGM, da Wikimedia, in pubblico dominio

 
 
 

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