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La fatal bellezza - Leggende estetiche coreane

Immagine del redattore: RedazioneRedazione



K-Beauty: il termine, sbandierato sulle riviste femminili e nei canali tv dedicati al make up, ha preso ormai piede anche in Italia. Si riferisce ai segreti di bellezza provenienti dalla Corea del Sud, considerata la patria dell’industria cosmetica e della cura di viso e corpo. La ragione dietro allo sviluppo di questo settore è, in parte, culturale: in quel paese l’aspetto esteriore è considerato un fattore fondamentale per l’affermazione personale, sia sul piano delle relazioni sia su quello professionale. La società coreana è bombardata da messaggi che mirano al miglioramento di se stessi, dalle diete super-restrittive agli interventi di chirurgia plastica


Questi ultimi  sono diffusissimi: circa il 25% delle donne coreane tra 19 e 29 anni si è sottoposta a un intervento, tasso che arriva al 31% fra quelle del decennio di età successivo (30-39 anni). In Corea, ogni anno si effettuano 1,2 milioni di operazioni di quel genere, con un fatturato di circa cinque miliardi di dollari. 


Anche per questo, forse, è fiorito un filone di leggende legate al mondo del make up, della bellezza fisica e della sua ricerca oltre ogni eccesso. Il leit motiv, in molti casi, sembra esserel’ invito alla moderazione: seguire ogni moda in questo campo non è immune da effetti collaterali.


1. La skincare ai semi di sesamo


La skincare coreana è famosa anche in Italia. Le donne (ma anche gli uomini) coreani dedicano grande attenzione alla cura della pelle, che deve apparire luminosa e priva di difetti. La ricerca dell’ultimo ritrovato tra i cosmetici o del segreto di bellezza per ottenere questo effetto è al centro di questa diffusissima leggenda metropolitana:


C’era una ragazza che era molto consapevole del suo bell’aspetto. Era determinata a essere sempre bella e avrebbe provato qualsiasi segreto di bellezza che le fosse capitato a tiro. Un giorno, sentì parlare di un nuovo trattamento estetico da qualcuno che sosteneva fosse ottimo per la pelle, che avrebbe reso liscia e setosa. Il trattamento “meraviglioso” consisteva nel mescolare semi di sesamo nell’acqua del bagno e immergervisi per un paio d’ore. La ragazza era impaziente di provarlo e corse subito a casa per collaudarlo. Passarono diverse ore e la ragazza ancora non usciva dal bagno, così la madre iniziò a preoccuparsi. Ma ogni volta che lei chiedeva alla figlia di uscire, la risposta era sempre: “Ancora un momento”. Alla fine, la madre non riuscì più a trattenersi e entrò a forza nel bagno, ma rimase scioccata da quello che vide. I semi di sesamo punteggiavano tutto il corpo della figlia; erano entrati in ogni poro e piega della pelle e avevano messo radici. La giovane, pazza di dolore per la bellezza perduta, era seduta in un angolo e cercava freneticamente di rimuovere i semi con uno stuzzicadenti.

2. Il tatuaggio al sangue di pollo


La seconda leggenda che vi presentiamo mette in evidenza il rapporto ambiguo dei coreani con i tatuaggi, considerati al tempo stesso intriganti e desiderabili, ma rifiutati a causa dello stigma sociale associato (i tatuaggi sono visti come caratteristici degli ambienti criminali o come sinonimo di scarsa adesione alle norme del vivere comune). Forse anche per questo, sono comuni tra i giovani i tatuaggi temporanei all’henné, usati soprattutto nel periodo estivo. Tuttavia, a quanto si racconta in Corea, esisterebbe un altro tipo di tatuaggio temporaneo, che diventerebbe visibile solo quando si bevono alcolici, bevande calde, quando si fa sport o ci si immerge in un bagno caldo – in altre parole, quando si fa qualcosa che aumenta la temperatura corporea. I tatuaggi di questo tipo, insomma, si comporterebbero un po’ come le immagini termoattive tipiche di alcune tazzine per il sakè, che rivelano un’immagine nascosta quando vi viene versato il liquido caldo. Ma come sarebbe possibile ottenere questo effetto anche negli esseri umani? Grazie al sangue di pollo, garantisce la leggenda:


Una sera sono andato in un bar per rilassarmi e bere qualcosa. Poi ho visto questa bellissima ragazza seduta da sola in un angolo. Era davvero carina, e cercavo un'occasione per parlarle. Lei ha iniziato a bere, e sembrava che l'immagine di una rosa apparisse debolmente sul bordo delle sue labbra. Mi sono strofinato gli occhi per assicurarmi di non essere ubriaco, ma mentre sorseggiava ancora il drink, ho visto chiaramente la rosa sul bordo delle sue labbra. La rosa poi è scomparsa dopo pochi secondi. In realtà, aveva un tatuaggio di sangue di pollo, che disegnava una rosa sul bordo delle sue labbra.

Questa leggenda, rispetto alle altre qui presentate è meno orientata ai messaggi destinati a mettere in guardia l’uditorio sui pericoli della cosmesi. 


Si spera, comunque, che nessuno decida mai di metterla alla prova, iniettandosi sul serio sangue di pollo sotto pelle. 


3. Scarafaggi contro l’acne


Molte leggende coreane sono storie di contaminazioni. C’è, per esempio, l’uomo che si taglia urtando contro gli scogli durante una nuotata e si ritrova con le ostriche che crescono sotto le bende. C’è la ragazza che, finita in ospedale per un tremendo mal di pancia, scopre che degli scarafaggi avevano deposto le uova nei suoi assorbenti e che queste si erano poi schiuse. C’è la leggenda in cui la stessa cosa avviene con i pannolini di un neonato. Ma c’è anche questa storia, particolarmente diffusa tra le ragazze delle scuole medie e superiori. In questo caso,  la contaminazione è frutto della ricerca spasmodica di perfezione:


Un tizio aveva delle brutte cicatrici da acne/varicella sul viso. Disperava di poterle curare ed era pronto a provare qualsiasi cosa per sbarazzarsene. Così andò da uno sciamano/indovino che gli parlò di un metodo molto speciale. Se riusciva a trovare uno scarafaggio prima di andare a letto, gli sarebbe bastato metterlo vicino al cuscino prima di addormentarsi. Dormire con lo scarafaggio accostato al viso avrebbe sicuramente fatto sparire le cicatrici. Quindi il tizio fece come gli era stato detto. Il giorno dopo il ragazzo si sveglia, si guarda allo specchio e si rende conto che molte delle cicatrici sono sparite sul serio! Ma a uno sguardo più attento, vede che i buchi delle cicatrici non sono spariti: sono stati solo riempiti da piccole uova di scarafaggio.

4. Le palpebre fai-da-te


La forma delle palpebre è quasi un’ossessione, nella società coreana. La maggior parte degli asiatici non ha la piega palpebrale superiore, tipica degli occhi occidentali. Questo significa che, quando l’occhio è aperto,appare più piccolo, a mandorla, e – secondo l’opinione comune -- meno espressivo. Per questo, è abbastanza comune che i genitori, quando i figli si diplomano, regalino loro un intervento di blefaroplastica, in modo da agevolarne i primi passi nel mondo del lavoro. Ecco dunque una leggenda su una giovane madre che, sperando di migliorare l’aspetto estetico del proprio neonato, commette un errore irreparabile:


Una donna diede alla luce un bambino ma, a differenza di lei, il bambino non aveva le palpebre a doppio taglio (cioè, il bambino aveva il tipico occhio asiatico). Si sentì delusa e, pensando che il bambino sarebbe stato più carino così, trasformò le palpebre singole in palpebre a doppio taglio usando semplicemente del nastro adesivo. Dopo un po' cercò di togliere il nastro. Ma così, insieme al nastro adesivo, strappò via anche le palpebre del bambino.

5. Il fantasma “Maschera Rossa”


Questa leggenda non è un’esclusiva coreana: come storia di fantasmi è diffusa anche in altri paesi asiatici, a cominciare dal Giappone. La variante coreana, però, ha una particolarità. Eccola nella versione postata su Reddit alcuni anni fa:


Secondo una leggenda metropolitana, la donna dalla Maschera Rossa un tempo era una bellissima donna. Ma voleva essere ancora più attraente, così si sottopose a un intervento chirurgico. Sfortunatamente l'operazione di chirurgia plastica andò male, e la bocca della donna rimase sfregiata da un orecchio all'altro (pensate a Joker ne Il cavaliere oscuro). Da quel momento in poi, la donna vagò per le strade di notte indossando una mascherina rossa. Chiedeva agli sconosciuti che incontrava a caso, "Sono bella?". Se la persona rispondeva "sì", si toglieva la maschera dicendo "Ti renderò proprio come me", e gli strappava le guance. Se la persona rispondeva "no", la uccideva. Come vedete, non si può prevalere sulla donna dalla Maschera Rossa, e questo era l'aspetto più spaventoso di questa storia horror. Ricordo che da bambino mi guardavo sempre alle spalle quando camminavo nei vicoli bui, per vedere, se la Maschera Rossa mi stava seguendo.

Nel folklore giapponese, la kuchisake-onna (Donna dalla bocca spaccata) è in genere una donna bellissima ma vanitosa, punita dal marito per averlo tradito. Nella versione moderna coreana, la protagonista è invece una donna che ha subito un tragico intervento di chirurgia estetica – un’operazione che, come abbiamo già spiegato, va per la maggiore in quel paese, con tutti i timori che la accompagnano. 


Immagine in evidenza: generata con Microsoft Bing Image Creator


 
 
 

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