Articolo di Sofia Lincos e Giuseppe Stilo
Il 10 maggio del 2014 un utente scrisse su AskReddit chiedendo di aiutarlo a verificare una storia di cui aveva letto tempo prima. Riguardava una donna vittima di violenza domestica che aveva chiamato una linea di emergenza fingendo di ordinare una pizza. L’operatore del 911, il numero di soccorso nordamericano, aveva intuito cosa stava succedendo e aveva mandato sul posto le forze dell’ordine. Fra i tanti commenti che ne seguirono, un utente (Crux1836) si identificò come l’uomo che aveva ricevuto la telefonata, che trascrisse così (traduzione tratta dal Corriere della Sera):
Operatore (O): «911, da dove chiama?» Donna (D): «123, Main Street» O: «Ok, qual è l’emergenza? Cosa sta accadendo lì?» D: «Vorrei ordinare una pizza» O: «Signora, lei ha chiamato il 911» D: «Sì, lo so. La vorrei grande, metà con pepperoni (un tipo di salame, N.d.R.) e metà con funghi e peperoni» O: «Ummm... Mi scusi, lei sa che ha telefonato al 911, giusto?» D: «Sì. Mi sa dire fra quanto tempo arrivate?» O: «Ok, signora. Va tutto bene da lei? È in pericolo?» D: «Si» O: «...E lei non può parlare perché c‘è qualcuno lì presente?» D: «Sì, esatto. Sa dirmi quanto tempo ci vuole?» O: «Ho a disposizione un agente a circa un miglio dall’indirizzo che mi ha dato. Ci sono armi in casa sua?» D: «No» O: «Può restare in linea al telefono con me?» D: «No. Allora a fra poco, grazie»
Secondo il presunto testimone, la storia aveva avuto un lieto fine: un controllo all’indirizzo fornito aveva rivelato che da lì erano già partire richieste di aiuto per violenza domestica. Un poliziotto era stato inviato sul posto e aveva arrestato un uomo in preda ai fumi dell’alcool e salvato la fidanzata, che peraltro presentava segni evidenti di percosse.
Cinque mesi dopo, intorno al 24 ottobre 2014, la telefonata di cui si era parlato a maggio diventò improvvisamente virale e fu ripresa in mezzo mondo da quotidiani e riviste, come se si trattasse di una news dell’ultim’ora.
In Italia fu l’Ansa a diffondere il racconto, subito seguita dai principali quotidiani di casa nostra. Negli Stati Uniti, invece, un certo Keith Weisinger raccontò a Buzzfeed di essere l’autore del post ma di non aver notizie sulla sorte della protagonista - anche perché il fatto risaliva a dieci anni prima.
Proprio come per altro materiale folclorico di cui ci interessiamo, è difficile dire se questa chiamata sia stata fatta veramente o se si tratti di una leggenda metropolitana nel senso più stretto del termine. Il sito di Snopes, ad esempio, ha individuato un precedente importante di questa storia in un video per l’ambito radio vincitore di uno dei trofei dell’edizione 2010 dei London International Awards, un contest che premia la creatività artistica nei più vari ambiti audiovisivi.
La clip, che dura appena trentasette secondi e che nell’originale è in norvegese, s’intitola “Try Reklamebyrå, Oslo” (“La chiamata d’emergenza”). È stata prodotta da un’associazione che combatte la violenza sulle donne, la “Norwegian Women's Shelter Association” e si conclude con le parole:
Oltre un quarto delle donne norvegesi è soggetta a violenze dai loro partners. Cerca aiuto prima che sia troppo tardi.
Ecco la traduzione del testo originale norvegese:
Polizia: Qui è la Polizia, chiamate d’emergenza. Salve… Donna: Sì, salve. Sono Monica Andersen. Vorrei ordinare una pizza in via della Chiesa, 74. Polizia: (la interrompe) Questa è la linea per le emergenze della Polizia. Donna (sussurra in sottofondo). Polizia: Questa è la linea per le emergenze della Pol… Donna: Sì, lo so… L’indirizzo è via della Chiesa, 74. Vorremmo ordinare una pizza grande, la numero 11, con prosciutto e funghi. Polizia: (confuso) ehm… sì. Donna: Sì. E sarebbe fantastico se poteste arrivare al più presto possibile. Polizia: Sì. Ho capito. Saremo subito lì.
Un’altra versione è comparsa tra le pubblicità trasmesse durante l’intervallo dell’edizione del Superbowl disputato il 1° febbraio 2015 a Phoenix. In quell’occasione l’associazione contro gli abusi sessuali “No More” fece mandare in onda una pseudo-registrazione dell’ormai famosa telefonata, diffondendola così ancor più. Ricordiamo infatti che la finale dei campionati della National League di football costituisce uno degli eventi più seguiti negli Stati Uniti, tanto che, secondo un’altra leggenda metropolitana, l’effetto congiunto degli sciacquoni messi in azione tutti insieme dagli spettatori durante l’intervallo metterebbe a serio rischio le tubature dell’acqua, come raccontava nel marzo scorso Stefano Dalla Casa su Wired.
La cosa che più conta è che la “telefonata della pizza”, vera o falsa che fosse, è diventata anche un meme, diffuso su WhatsApp e sui social network, con il quale si invitano le donne a usare la frase in codice “vorrei una pizza con pepperoni” per comunicare di essere in pericolo. Non solo, è in circolazione un ulteriore suggerimento secondo cui chiedendo una fetta di ananas sulla “pizza” si comunicherebbe agli operatori del 911 la presenza di individui armati. Una vera e propria catena di sant’Antonio, ma pericolosa, dal momento che gli agenti non sono per niente addestrati a decifrare pseudo-messaggi come quello.
Il 21 maggio 2018, infatti, la Divisione per la Comunicazione del Dipartimento di Polizia di Los Angeles si è vista costretta a emettere via Twitter un comunicato che smentiva fosse mai stato suggerito agli utenti in pericolo di usare un messaggio in codice per far scattare l’invio sul posto di una pattuglia. Il rischio è quello che una telefonata di aiuto venga scambiata per uno scherzo. Inoltre, come afferma il Dipartimento dello Sceriffo della contea di Bremer:
Chiedere l’ananas sulla pizza non significa che qualcuno abbia un’arma. Inoltre, l’ananas non va mai sulla pizza! No, mai. È un fatto incontrovertibile.
Come non essere d’accordo?
Infine, la trasformazione di un plot che già da solo è da leggenda metropolitana come quello della “telefonata della pizza” (la storia è ben costruita e facilmente viralizzabile) in un racconto su un codice segreto anti-violenza costituisce un’ibridazione interessantissima per chi si occupa di folclore contemporaneo. In maniera simile, tempo fa era salito alla ribalta un presunto “segno segreto” (un pallino nero) che le donne sottoposte a violenze domestiche avrebbero potuto disegnarsi su un palmo della mano per comunicare in silenzio di essere in pericolo.
Entrambi i metodi, pizza e pallino nero, ricordano la secolare leggenda dell’esistenza di un “codice dei ladri”, l’elenco di segni che i topi d’appartamento - di solito rom - userebbero per indicare ai complici le abitazioni da svaligiare. E proprio come quei codici, tanto segreti da essere riprodotti da decenni su giornali, riviste, volantini, pagine web, anche il fantomatico “messaggio in codice della pizza” è dilagato e probabilmente sarebbe ormai noto a gran parte degli uomini violenti.
Soprattutto se guardano il Superbowl.
Comments