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  • Immagine del redattoreRedazione

Un cane a sorpresa, ovvero la paura dell’immigrato clandestino



articolo di Paolo Toselli


È una curiosa notizia che torna ciclicamente: qualcuno acquista un tenero cagnolino che poi si rivela essere tutt’altro. L’ultima, in ordine di tempo, proviene dagli Stati Uniti, dove sarebbe stata acquistata una femmina di cucciolo di cane da un allevatore.


Il nuovo proprietario ha confessato che, una volta portato a casa, quando cercava di richiamarlo, il piccolo non rispondeva. Poi, mentre tentava di farlo giocare con un asciugamano, il cucciolo aveva "riso" e lo aveva morso ad una gamba.


La storia, accompagnata da alcune foto del “cagnolino”, è stata pubblicata il 14 febbraio 2023 su TikTok, e qui è stata anche rivelata la reale natura dell’animale: una pericolosa iena. In meno di un mese il video raccoglie più di 3,5 milioni di visualizzazioni e oltre 12.000 commenti. Un dettagliato articolo è pubblicato il 9 marzo sul New York Post


A questo punto, la storia fa il giro del mondo ed è ripresa anche da alcune testate giornalistiche italiane, come, ad esempio, Il Messaggero e citata con ironia pure da Fiorello nella puntata del 14 marzo di “Viva Rai2!” .


Tra l’altro, lo stesso New York Post rammenta come un anno prima, il 5 maggio 2022, esso stesso aveva rilanciato la storia di una famiglia del Massachusetts che aveva acquistato un cagnolino, rivelatosi poi essere un cucciolo di coyote.


Verità o storie inventate?


Certo è che “una delle leggende più diffuse di questi ultimi anni - come scrivevo nel 1994 nel mio primo libro, La famosa invasione delle vipere volanti - riguarda un affettuoso cucciolo di cane che solo in un secondo tempo rivela la sua vera natura.”


All’epoca, protagonista era una coppia che, di ritorno da un viaggio in un paese esotico (Maldive, Caraibi, Hawaii, Filippine o Bangkok), portava a causa un affettuoso cagnolino che poi si scopriva essere un pericoloso topo di fogna. In Italia, la leggenda era stata lanciata nell’agosto 1985 sulla pagina milanese del quotidiano La Repubblica. L’articolo, intitolato “L’affettuoso cagnetto venuto da Manila s’è pappato il gatto”, parlava di una storia che stava facendo il giro della metropoli lombarda.


Ma perché si raccontano e ci piace ascoltare storie del genere? Questa leggenda – secondo la sociologa Véronique Campion-Vincent – suggerisce una equivalenza metaforica tra l’immigrato e la bestia che ha ingannevolmente nascosto, allo stesso tempo, la sua aggressività (che si rivela considerevole solo dopo il suo ingresso nel nuovo territorio) e il suo stato di salute (in alcuni casi infetto, comunque pericoloso).


Questo accostamento è ancora più netto nella versione americana della storia. Il folklorista Jan H. Brunvand riferì a suo tempo di essere venuto a conoscenza della storia nel 1983. In quel periodo. il problema degli immigrati clandestini riceveva un’attenzione particolare negli Stati Uniti. Il paese delle vacanze della solita coppia coincideva con la nazione di provenienza della maggioranza degli immigrati clandestini: il Messico. Il cagnolino che veniva scambiato per un chihuahua, razza effettivamente di origine messicana, era anche quello uno straniero introdotto illegalmente. Come molte leggende contemporanee con forti radici nei fenomeni sociali, il contenuto presenta dunque un evidente motivo conservatore, indicando i pericoli di un internazionalismo "avventato".


Questa storia ha pertanto solo quarant’anni? Assolutamente no. Facciamo quindi un balzo all’indietro di oltre un secolo, fino a trovare questa interessante versione d’antan.


Nella rubrica “La vita che si vive”, il 24 marzo 1896 il quotidiano torinese La Stampa – Gazzetta Piemontese riferiva su “un’industria di nuovo genere”.


Tempo fa una signora ben conosciuta a Parigi compera a Londra un bel cagnolino di razza rarissima e lo paga molto caro.
Con mille cure affettuose e raffinate se lo porta a casa; ma dopo pochi giorni la povera bestiola dà segni evidenti di non sentirsi bene. Presto un veterinario dei più celebri! Che cosa mai può avere un cagnolino tenuto con tutti i maggiori riguardi?
Il veterinario palpa e ripalpa, gira e rigira il cane.
Eh! Signora, il vostro cane sta benissimo, scoppia nella pelle, ecco tutto!
Rigira nuovamente il cagnolino e mostra alla stupita signora una bella cucitura lungo il ventre. Avevano semplicemente cucito un cane di razza volgare nella pelle di un cane di razza superiore, con le forbici il veterinario taglia la cucitura, ed il cagnolino, allegro come un campanello non elettrico, si dà a correre per l’appartamento.
Ma ciò è ancora niente, a confronto della narrazione che seguiva.
Ultimamente un’altra signora compera un cagnolino piccolo piccolo estremamente piccolo, da un mercante ambulante, e lo paga in ragione della rarità del fenomeno. Ma che monta? Madama poteva tenerselo nel manicotto o nel taschino della pelliccia; era una bellezza del genere!
Appena giunta a casa, lo pone sul tappeto nel suo salone affinché non soffra il freddo e non sia oggetto della rozza curiosità della servitù; oh stupore, il cagnolino, appena posto a terra, si arrampica su per le cortine!
Il cagnolino era un bel topo della Malinesia nella pelle di un cagnolino di nobil stirpe!

Come non riconoscere in questa storia la più moderna leggenda del “topo delle Filippine”? Del resto, ne ritroviamo una versione molto simile, ambientata stavolta in un famoso mercato di Buenos Aires, La Salada.


Secondo quanto riferito il 7 aprile 2013 anche sul sito del Daily Mail, a diversi acquirenti di quel mercato della capitale argentina erano stati venduti barboncini nani a prezzi stracciati. Col passare del tempo, gli animali avevano mostrato strani comportamenti: non abbaiavano, ed effettuavano repentini movimenti che culminavano in ascensioni verticali su tende, mobili o addirittura su pareti. Insomma, si trattava di “toponi” di razza “Rata Brasilera”, un incrocio sudamericano tra un furetto e un ratto, pompati con steroidi per somigliare a un cagnolino!


Forse ancora più interessante è la conclusione dell’articolo pubblicato da La Stampa del 1896: veicola la classica morale che non può mai mancare in una leggenda contemporanea, e potrebbe essere riscritto oggi tale e quale per giustificare la presenza del “cane-topo delle Filippine” e i suoi epigoni.


Dio mio! Capita tutti i giorni che un uomo vede una fanciulla con le penne della colomba, se ne innamora, la sposa, se la porta a casa e scopre che è una civetta, cui i genitori le cucirono addosso con intelletto d’amore quelle candide penne, e capita tutti i giorni che uomini compaiono sul mercato della pubblica fede con tanto di pelliccia e poi sono miserabili d’anima, di corpo, di finanze; e quanti agnelli vestiti da leone, quanti asini vestiti da uomo, quante volpi vestite da conigli!
Ma così va il mondo “bimbo mio!”

Immagine in evidenza: disegno di "Moise" Paolo Moisello, per gentile concessione dell'Autore.

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