Articolo di Sofia Lincos
Oggi si conclude la Shark week, una settimana lanciata nel 1988 dall'emittente televisiva Discovery Channel all'insegna dei documentari sugli squali. Nel corso degli anni, alcune docufiction mandate in onda dal canale statunitense hanno contribuito alla diffusione di miti e di dicerie su questi animali, come quella che li vorrebbe spietati assassini affamati di sangue (uno stereotipo molto in voga fin dai tempi de Lo squalo di Spielberg) o quella sulla sopravvivenza del megalodonte anche in tempi moderni.
Una leggenda metropolitana che gioca parecchio sulla voracità degli squali è invece quella raccontata da Thomas Craughwell nel suo Urban Legends: 666 Absolutely True Stories That Happened to a Friend...of a Friend (2004):
Una donna aveva un barboncino che amava follemente. Dormiva in un finto letto nella camera della proprietaria, mangiava da una ciotola d'argento, indossava un collarino tempestato di diamanti e andava ovunque andasse la donna. Quando la signora si ritirò in Florida, lei e il barboncino si divertirono parecchio a esplorare tutte le attrazioni del luogo. Visitarono le Everglades, Disney World e si godettero le spiagge di Miami. Un giorno la donna decise di visitare Sea World, e ovviamente si portò con sé l'amato barboncino. La donna programmò la sua visita in modo da poter assistere allo spettacolo dello staff di Sea World che nutriva gli squali. Nel pomeriggio, una gran folla si radunò intorno alla piscina degli squali. La donna sgomitò per raggiungere la prima fila e fece accomodare il barboncino sulla ringhiera. Gli squali giravano in tondo nella piscina, aspettando ansiosamente il loro pasto. Due uomini di Sea World portarono un grande contenitore di acciaio pieno di carne cruda fino al bordo della piscina e cominciarono a lanciarne pezzi agli squali affamati. Il barboncino annusò l'odore di carne e si dimenava e contorceva ogni volta che un boccone veniva gettato nella piscina. Un lancio andò a finire un po' storto e fece atterrare la carne giusto sotto alla donna e al suo barboncino. Il cane vide il pezzo di carne finito in acqua e si gettò a recuperarlo. Uno squalo agguantò la bistecca, mentre un altro inghiottì il barboncino - con il collare tempestato di diamanti e tutto quanto.
La leggenda, così raccontata, sembra veicolare una critica verso quei proprietari legati ai propri pets sino al limite del ridicolo, ma anche una buona dose di diffidenza verso gli squali, visti come predatori feroci e insaziabili cui è meglio non dare troppa confidenza.
Una versione molto meno dettagliata è riportata invece da Jan H. Brunvand nell'Encyclopedia of Urban Legends (2012). L'ambientazione cambia un po’ (non si tratta di Sea World ma di un altro parco acquatico, Marineland), però l'esito è lo stesso: il cagnolino si lancia dalle braccia della proprietaria nella piscina e viene ingoiato "al volo" da uno degli squali. Secondo lo studioso americano la leggenda potrebbe essere una variante della storia del cucciolo (un chihuahua o comunque un altro cane di piccola taglia) afferrato da un'aquila sotto gli occhi terrorizzati del proprietario (spesso di sesso femminile); una circostanza che in rari casi potrebbe essersi verificata, ma la cui diffusione è sicuramente superiore a quanto gli incidenti "originali" potrebbero far pensare.
E voi, avete mai sentito di cagnolini divorati da squali o altri animali predatori?
Foto di Slava Sidorov da Pixabay
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