articolo di Paolo Toselli
Il nuovo genetliaco di Vasco Rossi, che il 7 febbraio 2022 ha compiuto settant’anni è l’occasione per ricordare le numerose volte nelle quali la rockstar è stata data per moribonda o addirittura trapassata.
Iniziamo dalla prima volta: il 19 gennaio 2003.
Era domenica, e sulla prima pagina de Il Mattino di Padova, a firma di Leandro Barsotti, giornalista ma anche cantante con partecipazioni a Sanremo, compariva l’articolo “Vasco Rossi, l’emblema del rock ricoverato all’ospedale di Padova”, in cui si diceva che l’artista emiliano si trovava nel reparto di Chirurgia Generale I e che era già stato sottoposto ad esami
Come prevedibile, top-secret il suo stato di salute. Il quotidiano precisava che “in ospedale girava voce che Vasco Rossi sarebbe già stato sottoposto, a metà settimana, ad un intervento chirurgico”.
Queste voci si accompagnavano alla sottolineatura maliziosa per la quale “oltretutto è noto, perché lo stesso ‘Blasco' lo ha ammesso più volte, che in questi anni di imprese rockettare il cantante abbia abusato di alcol e di sostanze stupefacenti”.
La pseudo-notizia, ripresa anche dalla Tribuna di Treviso, era prontamente rilanciata dall’AGI attraverso un dispaccio d’agenzia. Di pari passo, su Internet, in vari newsgroup, i fans iniziavano a scatenarsi.
Tra i primi messaggi, quello del 18 gennaio postato da Roby alle 18.22 di quel giorno:
“Lo sapevate… Ho appena letto che Vasco Rossi è ricoverato qui a Padova… sembra che debba andare sotto i ferri… E’ proprio vero che i soldi non sono niente…”
Il pomeriggio del giorno seguente, su un newsgroup dedicato ai fans di Lucio Battisti, Paolo forniva alcuni particolari sulla storia, riprendendoli però in sostanza dall’articolo de Il Mattino:
“Da almeno tre giorni il rocker è sottoposto a vari controlli. L’altra mattina è stato riconosciuto a Radiologia, nei pressi dell’ingresso del Pronto Soccorso, mentre un altro paziente dell’ospedale l’ha notato in una stanza dei dozzinanti al decimo piano del Monoblocco. Non ha chiesto scorte ma è strettamente controllato dal suo servizio di sicurezza.“
Sempre il 20 gennaio, ancora su Il Mattino di Padova compariva un nuovo articolo, dal titolo almeno un po’ più dubbioso: “Vasco Rossi in ospedale a Padova. Un giallo tra conferme e smentire”. La portavoce ufficiale del cantante, Tania Sachs, smentiva “nella maniera più categorica che Vasco Rossi sia stato ricoverato in un ospedale di Padova”, proseguendo poi così: “Questo tipo di notizie fanno il pari con lo sbarco degli extraterrestri annunciato alla radio da Orson Welles”. Al contempo, però, il quotidiano insisteva sul fatto che tra gli operatori sanitari padovani c’erano state conferme sul ricovero, ma alla fine concludeva: “Una cosa però è certa, Vasco Rossi non è più a Padova. Da ambienti legati al cantante arriva l’indicazione che Blasco sta benissimo ed è tranquillamente a casa con la sua famiglia”.
Quindi, tutto chiarito, finalmente? No, per Il Mattino, che il 21 gennaio insisteva con un ulteriore articolo dal titolo sibillino: “Vasco smentisce, conferme dall’ospedale”. Dello stesso genere il sottotitolo: “Secca smentita dal noto cantante. Eppure tante segnalazioni giunte al nostro giornale”. Gli faceva eco il Corriere della Sera che, sempre martedì 21, nella pagina spettacoli riportava un breve pezzo dal titolo “Vasco Rossi è a casa dopo il ricovero-giallo a Padova”.
“Vasco Rossi è stato ricoverato all’ospedale di Padova, ma è stato dimesso sabato scorso. La notizia del ricovero, quasi un giallo, è stata seccamente smentita ancora ieri dal rocker e dal suo entourage. In giornata altri fan si erano recati davanti all’ospedale di Padova sperando di avere notizie su Vasco”.
Intanto, lo stesso Vasco, attraverso il suo ufficio stampa dichiarava di aver diffidato per iscritto il quotidiano di Padova. Tra mezze conferme e smentite, altre testate diffondevano informazioni di tutt’altro tono. Secondo la Gazzetta di Modena del 20 gennaio Vasco era “appena rientrato, bello abbronzato, da una vacanza di 10 giorni in Giamaica” con Laura, la sua compagna. E Il Piccolo di Trieste, sempre il giorno 20 precisava:
“Non è la prima volta che si rincorrono voci, più o meno controllate, sulla precarietà dello stato di salute del Vasco nazionale. Già alcuni mesi fa (e per diverse volte) era rimbalzata la notizia che il cantante fosse stato ricoverato al Cro di Aviano, il centro regionale di riferimento oncologico. E per diverse volte ci sarebbero stati dei testimoni oculari pronti a testimoniare che sì, era proprio la rockstar. Notizie poi puntualmente verificate e altrettanto smentite dalla portavoce”.
E a proposito del centro specialistico del Pordenonese, sul quotidiano gratuito Leggo dello stesso giorno veniva dato spazio alla dichiarazione di “un medico che preferisce restare anonimo: “Sì, è vero. Vasco Rossi è ricoverato qui”. Il cantante sarebbe stato trasferito a Padova il venerdì precedente dall’ospedale di Aviano. Nella tarda serata del giorno prima si era sparsa la voce, non confermata, che il cantante era stato poi trasferito altrove.
Intanto, un’ulteriore smentita era pubblicata sul sito ufficiale di Vasco Rossi, che tra l’altro, il 21 gennaio era tornato sul tema con un pezzo firmato da Mariagiovanna Schillizzi . Il titolo era evocativo: “A Padova il ‘Mattino’ ha… ‘le sole’ in bocca!!!”. Il quotidiano di Padova, scriveva Schillizzi, invece di ammettere di aver commesso un errore si arrampicava sugli specchi del “sì, mah, forse”.
A mettere simbolicamente la parola fine alla storia del 2003 potrebbe esser stato Il Resto del Carlino, che il 22 gennaio scriveva:
“Vasco Rossi sta bene, fa la sua vita normale a Bologna. (…) Vasco è andato ieri a trovare i bambini dell’ospedale Rizzoli, i piccoli degenti di alcuni reparti, aderendo con piacere alla campagna nazionale per la terapia del sorriso. Ha giocato con loro, si è fatto fotografare solo per i piccoli fan. E, fuori, per i nostri giornali. (…) Ancora un po’ sconcertato, più stupito che seccato, per le voci degli scorsi giorni su un suo ricovero lampo a Padova. Ma il commento è pacato: “Le notizie inventate hanno più successo di quelle vere”.
Qualche tempo dopo la fine del chiasso, la rockstar tornò sulla vicenda, sollecitato dal critico musicale Mario Luzzatto Fegiz. Sul Corriere della Sera del 29 maggio 2003 il cantante così commentava:
“Perché è successo? Bella domanda. Le leggende metropolitane sono resistentissime. Anzi, tendono a diventare delle verità. Ho una mia spiegazione. La morte di Fabrizio De André seguita a quella di Lucio Battisti furono per la gente due fulmini a ciel sereno. Così hanno cominciato a chiedersi: “E allora Vasco?”, anche alla luce della fama da “maledetto” che mi circonda… Sono contento di poter dire che sono tutte cose completamente inventate. Non ho avuto nessun ricovero in nessun ospedale, neppure per accertamenti diagnostici. Insomma una storia che nasce sia dall’affetto di chi si preoccupa per la mia salute, sia dalla malizia di chi si sente importante fingendo di avere informazioni.”
Trascorrono dieci anni, e, stando alle voci che corrono, Vasco Rossi è di nuovo in articulo mortis. AI primi di ottobre del 2012 diversi messaggi su Facebook e Twitter ne annunciano la morte. A smentire la diceria ci pensa nuovamente la portavoce Tania Sachs che al Tgcom24 è costretta a dichiarare:
"No, non è vero che Vasco è morto. Sono solo leggende metropolitane, solo io conosco la verità e comunque fa fede quel che ho scritto sul suo Facebook ufficiale. Sono stufa di rispondere sempre a queste leggende metropolitane e chiunque poi ne risponderà di quello che dice o scrive".
Però questa volta qualcosa al rocker era veramente accaduto. Lontano dai riflettori e da Facebook da metà settembre, il suo silenzio aveva insospettito i fans (si tenga presente che già all’epoca la sua pagina contava oltre tre milioni di iscritti). In effetti, il 17 settembre il cantante era stato ricoverato presso la clinica “Villalba” di Bologna per accertamenti. Nel primo pomeriggio del 3 ottobre, Rossi aveva firmato i documenti lasciando la clinica contro il parere dei medici, ed era rientrato a casa.
Che cos’era successo lo si saprà qualche mese dopo, quando la stampa fece sapere che il cantante da due anni aveva avuto problemi di salute, almeno questa la versione diffusa, a causa di un’infezione da stafilococco aureo resistente che lo aveva ridotto a mal partito. Così, ad esempio, riferiva il maggior quotidiano torinese: “Del suo dolore e del suo umore dopo la malattia non ha mai parlato fino ad oggi, quando nel corso di un’intervista rilasciata a La Stampa, ha avuto modo di dichiarare: “Ho visto la morte in faccia”.”
Certo, Vasco Rossi è in buona compagnia. Di storie di personaggi famosi dati in maniera falsa per morti sono pieni media tradizionali e social. Cose che capitano, in specie alla gente dello spettacolo che si assenta dalla pubblica piazza per un certo periodo. Però, capita pure che qualcuno crei, di proposito dei falsi su siti di scarsa attendibilità o a contenuto satirico. È quanto è accaduto il 28 giugno 2015, quando sul sito Il Telegrafo è stato così annunciato:
“Morto Vasco Rossi, a poche ore dal concerto del San Paolo, con lui se ne va il Rock italiano“.
Come subito chiarito da David Puente, si trattava dell’ennesima bufala, la stessa che, ricordava Puente, non troppo tempo prima aveva colpito Paolo Bonolis.
Del resto, bastava leggere il disclaimer del sito che aveva dato la “notizia”:
“Il Telegrafo non è contraddistinto da una testata e viene aggiornato senza alcuna periodicità regolare. Esso non costituisce “prodotto editoriale” (…) Il Telegrafo è un sito satirico e quindi alcuni articoli contenuti in esso sono inventati.”
Insomma, aveva ragione Vasco. Sovente, le notizie inventate hanno più successo di quelle vere.
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