Articolo di Sofia Lincos
“Avete mai visto questo tipo di seggiolino per auto spuntare dal nulla? Parliamone ora… Perché non è un seggiolino normale. Quella è una trappola”.
Così esordisce un video di TikTok diventato virale in questo mese di ottobre. Mostra un seggiolino per bambini abbandonato nel bel mezzo di un parcheggio. In seguito è stato cancellato, ma per alcuni giorni è stato popolarissimo; può ancora essere visto qui. Secondo l’autrice, seggiolini come quello mostrato nel video verrebbero lasciati in giro dai trafficanti di esseri umani, come esca per rapire e ridurre in schiavitù le ignare donne che vi si avvicinano. Lei stessa conclude, suggerendo i modi per contattare la National Human Trafficking Hotline:
“Se vedete un seggiolino per auto in giro, vi prego, chiamate qualcuno e avvisate questo numero per farglielo sapere. Nessun genitore lascerebbe un seggiolino all’aperto semplicemente perché rimanga lì. Vogliono che ti avvicini al sedile e che ti guardi intorno mentre ti rapiscono”.
Il video è stato caricato su TikTok da @princessbellesunflower (Paige Marie Parker), un’autrice da 175.000 followers, ed ha raggiunto in un solo giorno oltre 12 milioni di visualizzazioni.
In realtà, la foto del seggiolino (la vedete qui sopra, in evidenza), proviene da un post pubblicato su Facebook già il 10 ottobre insieme a questa didascalia:
A tutti voi che doveste andare al Walmart della località di Wilkesboro, per favore state attenti: i trafficanti di donne usano questo metodo per adescarvi e per rapirvi; questo è quello che ho trovato vicino alla mia macchina. Qualcosa mi ha detto di assecondare la mia prima impressione e di non toccarlo, quindi non l'ho fatto. Non mi sono nemmeno preoccupata di portare mia figlia fuori dalla macchina, sono solo risalita in macchina e sono partita. QUESTA MERDA SI STA DIVENTANDO REALE‼️‼️
P.S. un altro uomo che è salito sulla sua macchina mi ha detto che non c'era nemmeno, quando è entrato nel Walmart‼️
TikTok è la nuova frontiera delle leggende metropolitane. Si rivolge a un pubblico mediamente più giovane rispetto ad altri social, e, per questo. anche una storia vecchia può diffondersi tra persone che ancora non l’hanno sentita. Inoltre, questo social ha una sezione “per te” in cui suggerisce video in base agli interessi dell’utente. Rispetto a piattaforme come Facebook, dunque, tramite esso è più probabile entrare in contatto con clip create da “sconosciuti” (nel senso di persone che non si seguono direttamente). Questa dinamica si riflette anche nei numeri: se il post di Facebook è stato condiviso da 700 persone, su TikTok ne ha raggiunte parecchie milioni.
Occorre precisare comunque che buona parte dei video di questo social hanno contenuti ludici o di intrattenimento. Esiste però anche il filone del TikTok utile, in cui gli autori delle clip forniscono informazioni e consigli su ogni possibile argomento. Tra queste, particolare rilevanza hanno i cosiddetti awareness video, filmati che dovrebbero mettere in guardia contro possibili fonti di pericolo. Lì, fra avvertimenti più sensati, compaiono periodicamente anche leggende metropolitane ben radicate, come quelle sui “segni dei ladri” o sul traffico d’organi.
Il video sui seggiolini rapitori è stato cancellato entro pochi giorni, ma è difficile che i milioni di visualizzatori originali lo sappiano. È probabile che sia stato rimosso per via della rapida indagine effettuata dalla Polizia di Wilkesboro, che si trova nella Carolina del Nord, in merito alla foto del seggiolino nel parcheggio del supermercato.
L’Associated Press ha diffuso questa dichiarazione di un portavoce della Polizia di quella cittadina:
Il Dipartimento di Polizia di Wilkesboro ha indagato su questo episodio e ha scoperto le circostanze in cui quel seggiolino è stato abbandonato nel parcheggio. Due acquirenti sono usciti dal Wal-Mart dopo aver comprato un nuovo sedile per bambini. Il vecchio seggiolino è stato rimosso dalla loro auto e lasciato a terra mentre il nuovo seggiolino veniva sistemato. Gli acquirenti sono poi andati via dal parcheggio lasciando lì il vecchio sedile. In nessun modo questo episodio è da considerarsi connesso a qualche tipo di attività criminale.
Ecco, quindi, il succo della vicenda: un episodio banale e per nulla preoccupante è stato riletto sulla base di una leggenda già diffusissima.
La paura di essere rapiti da sconosciuti è assai viva in tutti gli Stati Uniti: le donne sarebbero prese con la forza e obbligate a entrare nel mercato del sesso. Questi timori, secondo le associazioni americane che si occupano di aiutare le donne in difficoltà, sono assolutamente infondati. La riduzione in schiavitù e la prostituzione non partono quasi mai con queste modalità; piuttosto, a essere prese di mira sono persone che si trovano in situazioni di fragilità (problemi di droga, di debiti, di mancanza di documenti).
“Polaris”, una delle maggiori associazioni che si occupa del problema, ha affermato di aver ricevuto diverse chiamate da parte di cittadini bene intenzionati che segnalavano situazioni simili a quella del video (seggiolini, sedie o altri oggetti abbandonati ai margini delle strade) - telefonate che però rischiano di far perdere tempo agli operatori. Per questo, video virali come quello diffuso susu TikTok sono dannosi: spostano l’attenzione su situazioni e dinamiche assai diverse da quelle reali, che si sviluppano secondo modalità differenti, diffondendo falsi miti e facendo sprecare risorse alle forze dell’ordine nel contrasto a minacce inesistenti.
In realtà l’idea dei seggiolini usati per adescare potenziali vittime circola da anni. Era già stata segnalata nel 2009, quando Snopes parlò di seggiolini insanguinati abbandonati ai margini delle strade e che avrebbero dovuto attirare automobiliste donne, preoccupate per eventuali incidenti appena avvenuti e per l’incolumità dei piccoli passeggeri. In questa versione, autori del “trucco” sarebbero gang criminali che attirerebbero le loro vittime nei boschi e le violenterebbero per portare a termine un rituale d’iniziazione.
Nel 2011 l’appello era arrivato anche in Italia. Ecco la versione raccolta dal debunker Paolo Attivissimo:
RICEVO E VI GIRO… Una sera, mentre percorrevo una via secondaria per tornare a casa, ho notato, sul seggiolino di un'auto ferma a bordo della strada, un bambino coperto da un panno. Non so spiegare perchè - e la ragione poco importa - ma non mi sono fermata… Quando sono arrivata a casa, ho telefonato alla polizia che mi ha assicurato che sarebbe andata a vedere Nel contempo, però, ecco quello di cui la Polizia mi ha informata: le bande di malviventi, i rom e i ladri stanno escogitando vari stratagemmi perchè gli automobilisti (soprattutto donne) fermino il proprio veicolo e ne scendano (in zone isolate). Il metodo praticato da certe bande consiste nel posizionare una macchina lungo la strada con un falso bebè seduto dentro, aspettando che una donna si fermi per andare a vedere quello che lei crede un bimbo abbandonato. Da notare che la macchina di solito è posizionata vicino a un bosco e ad un campo con l'erba alta: la persona che ha la malaugurata idea di fermarsi sarà trascinata nel bosco, violentata, picchiata e derubata… Non fermatevi mai, ma chiamate il 113 appena possibile, raccontando quello che avete visto e dove l'avete visto, MA CONTINUATE LA VOSTRA STRADA!
Notate alcune piccole differenze con la versione inglese: i malviventi qui sono “rom” (nell’appello originale l’etnia dei criminali non era specificata); è presente anche un bambolotto destinato rendere più realistica la messinscena; il pericolo è quello di essere “trascinata nel bosco, picchiata e derubata”. Non si parla di rituali di iniziazione, come nella versione americana del 2009, né di rapimenti per la riduzione in schiavitù e per l’avviamento alla prostituzione (come nella versione del 2021): due paure assai più vive negli Stati Uniti che nel nostro Paese. Inutile dire che crimini con questa modalità non sembrano essere mai avvenuti, né in Italia né altrove.
L’appello italiano del 2011, invece, circolava abbinato a un altro presunto trucco dei criminali: quello delle uova che, tirate contro un parabrezza, produrrebbero una sostanza collosa che costringerebbe il guidatore (anzi, la guidatrice) a fermarsi. Anche in questo caso, tuttavia, la storia non regge a un rapido fact-checking.
Questo tipo di appelli fa parte di un vasto filone leggendario, quello delle “nuove tecniche criminali” da cui stare in guardia. Un tipo di storia che ci si sente in dovere di condividere, per avvisare le persone a cui si vuol bene. Se ne possono individuare cinque sotto-categorie:
Tecniche che prevedono l’uso di “esche” particolari per attirare la donna fuori da un’auto o in luoghi diversi da quelli consueti, in modo che possa essere rapita. Nel 2005, ad esempio, si parlava di bambini che sembravano essersi persi e chiedevano di essere riaccompagnati a un certo indirizzo (voce indagata da Snopes); in tempi più recenti, di formaggio fuso, volantini, vecchie magliette, miele o altri espedienti per indurre le donne a uscire dall’auto o ad indugiare intorno ad essa, ad esempio, per togliere il formaggio fuso dal cofano.
Tecniche per “segnare” la casa o l’auto della donna, un po’ come per i segni dei ladri o per quelli dei pedofili. Vi avevamo già parlato del codice 1F, ma in tempi recenti si è parlato pure di rose, fascette di plastica, bottigliette d’acqua o di fagioli in scatola.
Tecniche che prevedono stratagemmi per tracciare gli spostamenti delle potenziali vittime, quali portachiavi dotati di GPS o biscottini lasciati sotto lo zerbino che si rompono al passaggio di una persona, rivelando così al malfattore quando il proprietario di casa è entrato o uscito.
Tecniche che prevederebbero l’uso di droghe, somministrate mediante anelli con aghi incorporati, campioncini di profumo, biglietti da visita alla burundanga, banconote da 100 dollari “drogate”, mascherine al cloroformio o nastri adesivi al fentanyl.
Appelli a fare attenzione a un particolare luogo (esempio, a un supermarket ben preciso), a una categoria di persone oppure a un tipo di veicolo, di cui a volte si dà anche la targa; tra questi, gli onnipresenti furgoni bianchi.
Infine, le storie dei “near miss”: racconti su potenziali vittime arrivate a un soffio dal fare una brutta fine ma salvatesi grazie a particolari sospetti o ad aiuti da parte di sconosciuti.
Sui seggiolini, un commento di Jessica Dean (@BloodBathBeyond), che su TikTok ha stigmatizzato la cattiva informazione sul vero e tragico problema dei rapimenti di donne:
Non sono sicura del perché la società abbia deciso che i trafficanti di donne agiscano alla maniera di Willy Coyote quando cerca di prendere Beep Beep, ma di sicuro non è questo il modo in cui il traffico avviene.
Anche su TikTok circola buona informazione. Basta imparare a sceglierla.
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