Articolo di Sofia Lincos e di Giuseppe Stilo
Quando la circolazione delle voci assume caratteri come quelli della storia di oggi, l’interpretazione viene quasi automatica: se una parte di pubblico la rilancia, pensa possa essere vera, la discute con preoccupazione, vuol dire che dietro ci sono tensioni sociali fortissime. Coloro che si occupano della cosa pubblica dovrebbero stare attenti a questi segnali.
Un indice di questo genere è senz’altro la voce circolata nella maggior città del Michigan, Detroit, intorno al 5-6 novembre, ossia nei giorni immediatamente successivi alle tesissime consultazioni elettorali che hanno portato all’elezione a presidente di Joe Biden.
Va fatta una premessa: Detroit, 700.000 abitanti, è una città quasi del tutto popolata da afroamericani, per una proporzione pari a quasi l’83%. I bianchi sono l’11% scarso. È sullo sfondo di questo dato demografico che va collocata una diceria allarmistica che, come succede sovente, si pretendeva arrivasse da una fonte qualificata.
Questa fonte era la NAACP (National Association for the Advancement of Colored People), storica associazione afroamericana, tra le più significative della vita socio-politica statunitense del XX secolo.
Il messaggio, rilanciato migliaia di volte, recitava:
Oggetto: nessun oggetto La NAACP ha ricevuto informazioni credibili secondo cui alcuni gruppi di nazionalisti bianchi, neonazisti e suprematisti, questo fine settimana effettueranno delle iniziazioni. Sembra che parte delle iniziazioni consista nel cercare di investire uomini e ragazzi neri, impiccarli, sparargli, torturarli e ucciderli. Per favore, diffondete la notizia. Non lasciate andare in giro da soli i figli. Sorvegliate i dintorni. Se di recente vi siete fatti degli amici, non siate ingenui e non fatevi raggirare: potrebbero avere dei secondi fini. Siate attenti, STATE IN ALLERTA! Muovetevi soltanto in gruppetti e, anche in quel caso, fate attenzione. Se la vostra auto viene urtata da un camion o da un furgoncino, non saltate fuori dall’auto all’istante. Anche le donne devono stare in allerta. La voce dice che cercheranno gli uomini, ma sappiamo che ad un certo punto proveranno con tutti. State attenti!
Il 6 novembre la sede di Detroit della NAACP, nelle vesti del suo presidente, il pastore protestante Wendell Anthony, ha negato al messaggio la benché minima attendibilità e ha invitato tutti a cessare di condividerlo: dai toni di Anthony, sembra evidente che la storia circolasse soprattutto tra gli afroamericani.
Il messaggio ha toccato anche l’area di Minneapolis: pure in quella città la NAACP si è spesa per smentire la diceria, e lo stesso ha fatto il vice-presidente nazionale per il marketing e la comunicazione della NAACP.
Il testo del messaggio fonde in poche righe una serie complessa di paure:
in primo luogo, quella dell’aggressione organizzata contro la propria comunità da parte di nemici mortali e spietati;
il timore generato dall’incomprensibilità dei rituali iniziatori, vissuti come momento di simbolica discesa agli inferi e di spargimento di sangue a scopo “sacro”; molto diffuse, ad esempio, le voci che vorrebbero le bande giovanili inseguire e uccidere chi fa segnali coi fari nella loro direzione;
la minaccia di morte contro gli uomini della comunità, baluardi del gruppo e degli affetti;
le paure presenti nelle leggende contemporanee su vari tipi di furgoni/camion/ambulanze/auto, protagonisti di una parte rilevante del leggendario dei nostri giorni (basti pensare al furgone bianco rapitore);
il timore del falso incidente d’auto inscenato da malviventi per rapinare - di solito - le donne;
infine, l’accenno alla possibilità che “ad un certo punto” le uccisioni si estendano ad individui visti, nell’immaginario, come più bisognosi di sicurezza: ancora una volta, le donne.
In primavera, durante le proteste e i disordini per l’uccisione da parte della polizia di George Floyd (con conseguente sviluppo del movimento Black Lives Matter), fra il pubblico conservatore americano si sono moltiplicate le voci su imminenti attacchi contro le proprie cittadine o case da parte di gruppi estremisti di sinistra, raggruppati in modo indistinto sotto l’etichetta Antifa. In certi casi, queste voci hanno assunto toni surreali, ad esempio quando si è paventata la liberazione da parte degli Antifa di bestie feroci dai giardini zoologici.
In quei casi, le voci avevano riguardato presunte minacce provenienti dalla sinistra radicale. Nel caso di Detroit, invece, la situazione si è rovesciata: stavolta, secondo le voci, l’attacco imminente stava per arrivare da neonazisti e suprematisti bianchi. Situazioni speculari, ma entrambe indizi della presenza di un forte conflitto nella comunità, da cui traggono spesso origine le leggende contemporanee.
Foto di Alberto Adàn da Pixabay
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