Articolo di Paolo Toselli
Due settimane fa vi avevo presentato il quadro internazionale di una delle più interessanti leggende contemporanee degli ultimi decenni, quella dell'evocazione del fantasma di Bloody Mary. Oggi, riprendendo la disamina della leggenda/gioco/rituale conosciuto da molti adolescenti un po’ in tutto il mondo e relativo all’evocazione di questa figura attraverso lo specchio, ci concentreremo sulla nostra penisola.
Il 4 luglio 2002 il CeRaVoLC riceveva la segnalazione da parte di un certo Simone di una storia raccontata nel corso di una cena in quel di Roma. Ecco la trascrizione del messaggio originale:
“Un mio amico di nome matteo dice di aver accettato una SKOMMESSA, IN BALLO VI ERANO CIRCA 50 MILA LIRE, essa consisteva di dire davanti ad uno spekkio l’ave maria 5 volte al kontrario. lui ha accettato la sfida ed ha ripreso il fatto. bene, appena finisce di dire le preghiere lo spekkio, lui kosi dice, si rompe. adesso lui e pieno di graffi in faccia ma nella telecamera il filmato si interrompe poco prima la fine delle preghiere. io nn so quanto possa essere vero ma in molti mi hanno detto ke questo tipo di storia già la conoscevano.”
È evidente che ci troviamo di fronte ad un'originale versione del rituale, con la novità della preghiera recitata al contrario per evocare una “Maria” insospettabile. Potrebbe sembrare una invenzione dello stesso Simone, anche perché non ci fu alcun seguito alla segnalazione né ci pervennero ulteriori riscontri. Di fatto, il rituale richiama la tradizione della messa nera, che consisterebbe nel contrario della messa cattolica, in cui si userebbero invece croci rovesciate e si reciterebbero preghiere al contrario per invocare Satana. Inoltre, la storia ricorda la mitologia del backword masking, la tecnica di registrazione di messaggi al contrario in brani musicali che dovrebbero celare inni satanici e altri argomenti di quel genere.
La leggenda prolifera nei forum
Una mia rassegna in rete mi ha permesso di constatare che negli ultimi anni questa singolare versione risulta abbastanza nota tra i frequentatori di numerosi forum telematici. Tra i primi post disponibili, quello pubblicato il 22 maggio 2003 su “Evangelici.net”:, uno spazio web proprio delle chiese protestanti di tipo evangelicale:
“Ricordo alle scuole medie girava la voce che recitando l’Ave Maria al contrario davanti allo specchio si fa apparire satana”.
Sul forum “CoseNascoste”, invece, un messaggio dell’8 febbraio 2006 diceva:
“Tempo fa seppi da un amico che se si recita l’Ave Maria al contrario davanti allo specchio compare il diavolo! Sarà vero?” Interessante il commento di “edozilla” che pareva rimandare al racconto di Simone e del suo amico:
“Secondo la leggenda un ragazzo l’avrebbe fatto davanti allo specchio registrandosi con la videocamera, appena finita la preghiera al contrario si rompe il vetro e si interrompe la videocamera. Il ragazzo non è morto e qualcuno sta ancora aspettando, dopo dieci anni, che l’amico gli porti la registrazione”.
Mentre altri utenti sconsigliavano il rituale in quanto "molto pericoloso", su un altro forum, nel discutere di leggende metropolitane, una certa Anita Black scriveva il 24 giugno 2008: “Se dici 13 volte Bloody Mary allo specchio alla tredicesima volta ti trasformi in un mostro”. Rispondeva un’altra persona: “Conosco un’altra versione per far apparire il diavolo che dice che bisogna recitare il padrenostro al contrario mettendosi uno specchio di fronte e uno alle spalle”.
Una variante che viene riproposta anche sul forum “Antro della magia” dove nel dicembre 2010 un utente sosteneva di sapere che se si scrive “il padre nostro celeste” e lo si legge al contrario dovrebbe succedere qualcosa. “So che miei amici lo hanno scritto su un vetro, uno lo ha letto al contrario e la scritta si è cancellata da sola e hanno visto delle strane facce sullo specchio.”
Interessante il dettaglio della scritta sullo specchio che rammenta la versione russa della Regina di Picche, di cui ci eravamo occupati nella prima parte di questo lavoro, un particolare riportato peraltro anche in un post del 29 ottobre 2013 che ricostruisce la leggenda di Bloody Mary:
“Si dice che la si può far apparire a mezzanotte, ed aver scritto con il rossetto sullo specchio (per simulare il sangue o comunque per rendere horror l'atmosfera) l'Ave Maria al contrario bisogna girare tre volte su se stessi e invocare tre volte il suo nome.”
Sul forum “Fuori di testa.it”, sempre con riferimento all’Ave Maria al contrario, il 9 agosto 2008 una utente scriveva che “dicendola in latino al contrario, si evocava la figura di satana allo specchio. Una mia amica ha provato e ha notato due occhi rossi allo specchio e non dorme da allora.” Qualche mese dopo un altro utente aggiungeva il particolare della Luna piena e il 28 giugno 2009 un nuovo utente precisava: “questa storia risale nel 1990 e ti posso dire che è vera e ho visto il libro originale.” Un’altra variante veniva descritta su “Passion Write” in un post del 17 aprile 2009:
“Ricordo in 2 elementare (in Brasile) i miei compagni per farmi uno scherzo hanno iniziato a dirmi che funzionava, però a quei tempi, invece di Satana, loro dicevano che usciva una signora con la corda al collo (era morta impiccata) e ti perseguita per tutta la casa… per poi ucciderti.”
Tornando nel nostro Paese, il 16 agosto 2007, un non meglio identificato “myrice” su un altro forum dispensava consigli per rendere credibile il rituale. Innanzitutto, sappiate che la candela normale non va bene: deve essere di cera d’api o di sego animale. E poi:
“lo specchio deve essere antico […], l'ave maria va recitata al contrario, ma in latino, in teoria andrebbe usata la prima versione dell'orazione; non si fa a mezzanotte, ma alle tre di notte, che è l'ora magica per eccellenza; […] al contrario non significa dire ogni singola parola a rovescio partendo dall'inizio, ma recitare tutte le parole al contrario, partendo dalla fine (leggere cioè da destra verso sinistra - che richiama l'aramaico - e dal basso verso l'alto - che richiama, secondo i canoni clericali, l'ascesa del maligno su dio).”
In ultimo, segnalo un contributo del marzo 2014 sul sito Horrormania24.com, in cui si avverte di “non farlo assolutamente”, ovvero recitare la preghiera al contrario tre volte davanti allo specchio. Il post nel tempo ha raccolto oltre 150 commenti, tra ironia, battutacce, bestemmie, gente che l’aveva provato, quelli che non ci credevano e altri che ripetevano di non farlo. Merita una menzione un commento del 3 giugno 2015, in cui Antonio scriveva:
“Non provateci. Ero nel bagno della scuola, ho recitato l’ave maria al contrario ed ero molto scettico, non era successo nulla, ma quando ho provato ad uscire dal bagno la porta era bloccata e sono dovuti venire i professori e il bidello per aprire la porta.”
Maria Sanguinosa vs. Maria Sanguinante
Insomma, la versione del rituale con la preghiera recitata al contrario, oltre ad essere ben nota sembra emergere nel nostro Paese all’inizio di questo secolo o poco prima, tant’è che un primo riscontro lo ritroviamo anche in una tesi di laurea magistrale presentata nell’anno accademico 2001-2002 presso l’Istituto di Scienze Religiose di Trento e dedicata al movimento cattolico noto come "Cammino neocatecumenale".
In un passaggio riferito alle tentazioni del maligno, si può leggere: “Il diavolo non fa dispetti, non ti spaventa nella notte, non ti mette in un sacco per portarti via, né, men che meno, si presenta se reciti a mezzanotte l’Ave Maria al contrario davanti allo specchio! Tutte queste sono superstizioni magiche che distolgono dal motivo che muove realmente le azioni del Maligno.”
Come può essere nata questa variante? Forse un indizio lo potrebbe fornire la testimonianza di una studentessa dell’Università di Padova raccolta il 22 gennaio 1991 e riportata nel database sulle leggende contemporanee creato all’epoca da Marisa Milani, docente di letteratura delle tradizioni popolari, in collaborazione col CeRaVoLC.
“Si entra in bagno, nel buio, faccia a faccia allo specchio. Si ripete tre volte "Maria sanguinosa, Maria sanguinosa, Maria sanguinosa", poi si vede la figura della madonna veramente sanguinosa nello specchio.”
La studentessa, di origini statunitensi, precisava di averla appresa nel 1977 in California, Santa Rosa, dalla sorella Katherine, che all’epoca aveva otto anni. Questa testimonianza, peraltro, è l’unica tra le oltre 750 raccolte dagli studenti della Milani in quel periodo che faccia riferimento alla leggenda di Bloody Mary. La narrazione è un mix tra struttura classica e novità nell’identificazione di Mary/Maria con la figura della Vergine. Si può quindi ipotizzare che questa versione nel tempo abbia cortocircuitato con altre storie fino a giungere al canovaccio della più recente versione nostrana.
Tempo fa, poi, ho scoperto l’esistenza di una tesi di laurea assai più recente, presentata da Laura Winter nell’autunno 2014 presso il dipartimento per il Folklore della Memorial University of Newfoundland and Labrador (Canada), col titolo “Bloody Mary in the Mirror: A Comparative Examination of a Living Tradition”.
Raccogliendo le testimonianze di alcune donne sue coetanee che avevano frequentato negli anni ’80 del secolo scorso scuole cattoliche presso la città di Saint John’s, a sorpresa la tesista si trovò di fronte ad un “ecotipo” narrativo tra cui era diffusa una particolare versione della leggenda. Quando queste donne furono sollecitate a ricordare i dettagli del rituale diffuso nei loro anni di scuola elementare e a riferire chi si aspettavano di vedere comparire nello specchio, risposero che l'immagine che sarebbe comparsa sarebbe stata quella della Vergine Maria. Interrogando altre persone che non avevano frequentato scuole cattoliche, nessuna fece riferimento alla Madonna.
Questa, ad esempio, la testimonianza di Kimberly:
“Ricordo le ragazze che correvano fuori dal bagno, urlando di aver visto Bloody Mary. Quando ero molto giovane, forse in prima o seconda elementare, rammento di aver chiesto a un'altra ragazza fuori dal bagno di cosa stessero parlando, e lei mi ha detto che se spegnevi le luci, ti guardavi allo specchio e dicevi "Bloody Mary" tre volte, allora Mary sarebbe apparsa allo specchio, piangendo lacrime di sangue. Ricordo anche che dopo avevo paura di andare in quel particolare bagno, quindi andavo nel bagno su un altro piano, che per qualche ragione non era così spaventoso.” Le ho chiesto chi fosse "Mary" e lei ha detto (come se fosse incredibilmente ovvio): "Perché, la Vergine Maria, certo... sai, la madre di Gesù”.
A commento, Winter scriveva
“Data la natura dell'educazione cattolica e l'iconografia sempre presente della Vergine Maria nelle scuole di quell'epoca, non c'è da meravigliarsi che questo intero gruppo di informatori si identifichi così fortemente con la Vergine Maria nella loro esperienza del Bloody Mary. Tra questi informatori, non c'è alcuna narrazione o leggenda aggiuntiva che accompagni le esperienze che mi sono state raccontate durante queste interviste. Nessuno degli ex partecipanti alla scuola cattolica ha ricordato alcuna storia dietro l'esperienza del Bloody Mary, a parte i sussurri delle ragazze che "hanno visto davvero" Bloody Mary. […] Mentre tutti i miei informatori di questo gruppo ammetterebbero di essere spaventati dal "fare" Bloody Mary, nessuno di noi sentiva di essere veramente in pericolo, o che Mary fosse in qualche modo malevola o minacciosa nei nostri confronti. Forse ho avuto paura allo stesso modo in cui avevo paura di dimenticare di dire le nostre preghiere di notte o della presunta presenza di Dio in chiesa quando si accendeva la luce rossa accanto al tabernacolo che conteneva le ostie benedette sull'altare della chiesa. Era una paura quasi reverenziale.”
Dal Canada all’Irlanda del Nord: l’influenza del Cattolicesimo
Sono evidenti a questo punto le analogie col rituale diffuso nel nostro Paese, anche se - mentre in Canada invocando Bloody Mary appare la Vergine Maria piangente - in Italia recitando l’Ave Maria al contrario appare Bloody Mary o, ancor peggio, il diavolo.
Ma allora, siamo gli unici a tramandare questa versione? A forza di far ricerche in rete, posso rispondere di no. Ad esempio, nel volume Inventory: A Family Portrait of Derry’s Troubled Past (2021) lo scrittore Darran Anderson racconta la sua storia famigliare nella travagliata Irlanda del Nord, a partire dall’infanzia, nel 1984, a Londonderry, sua città natale. Ebbene, un suo ricordo è per noi particolarmente interessante:
“Di ritorno nel cortile, uno del nostro gruppo attirava l’attenzione in mezzo a un cerchio di alunni intagliando con una chiave quella che sosteneva fosse una tavola ouija, sui gradini di legno dell'aula della scuola. Una fanciulla si chinò sulle loro spalle additandoli come idioti, e riferendo come aveva recitato l'Ave Maria al contrario a mezzanotte di fronte allo specchio, e Satana era apparso e le aveva offerto tre desideri; e, dopo aver attirato l'attenzione delle altre ragazze, ha raccontato i suoi desideri con dovizia di particolari.”
Non è tutto. In un messaggio postato su Facebook il 22 gennaio 2015 dal profilo ufficiale del gruppo folk rock irlandese Hermitage Green si legge:
“Dicono che stando di fronte a uno specchio un venerdì 13 recitando l’Ave Maria al contrario appariranno gli One Direction”. A parte il tono satirico e il giudizio nei confronti della boy band britannica, il rituale evocatorio rispecchia (in tutti i sensi) quanto viene tramandato in Italia. Ciò che lega i due paesi è la cultura cattolica dominante, fattore che potrebbe far pensare che la tradizione moderna della pratica evocativa si sia sviluppata prima in Irlanda del Nord e che poi abbia raggiunto l'Italia.
Secondo uno studio inedito del 1999, The Face in the Mirror, di Dan Norder, la comparsa nel rituale del nome della Vergine Maria in lingua inglese sarebbe dovuta alla pronuncia errata di Hail (Ave) Mary (Maria) anziché Hell (Dannata) Mary, uno dei tanti nomi alternativi a Bloody Mary da ripetere più volte davanti allo specchio.
Lo specchio, il bagno e la “deviant femme”
Già, lo specchio: perché proprio quello?
L'idea dello specchio come portale tra questo mondo e il regno degli spiriti ricorre in numerose credenze e, fra queste, in quelle che circondano i funerali. Era pratica comune coprire gli specchi in una casa in cui si era verificato un decesso fino a quando il corpo non veniva portato via per la sepoltura. Si credeva che se il caro defunto intravvedeva se stesso in uno specchio, il suo fantasma sarebbe rimasto in casa perché lo specchio ne avrebbe intrappolato lo spirito.
Un lavoro pubblicato nel 2014 dallo psicologo Giovanni Caputo e colleghi
ha dimostrato che fissando il proprio viso in uno specchio in un ambiente poco illuminato vengono generate apparizioni di volti deformati meno frequenti nei pazienti depressi che negli individui sani. In un precedente esperimento condotto nel 2010 su cinquanta giovani adulti sani, dopo circa un minuto di fissazione dello specchio iniziavano a formarsi illusioni di strani volti. Queste includevano principalmente notevoli deformazioni del proprio volto e, a seguire, la comparsa di un volto mostruoso, il volto di un genitore o parente, e la faccia di un animale.
E poi c’è il topos del bagno.
Nel suo saggio “The Usefulness of Ghost Stories”, uscito nel 2007, la folklorista Jeannie B. Thomas ha fatto notare la preponderanza dei fantasmi del bagno nel folklore moderno e ha teorizzato che il bagno rivesta una posizione liminale nella casa o nei luoghi di aggregazione:
“è contemporaneamente la stanza sporca e la stanza in cui puliamo i nostri corpi . In quanto tale, è un luogo in cui ci sentiamo ambivalenti ed è associato a importanti questioni culturali: funzioni del corpo considerate impure, malattia, sessualità, sporcizia, salute e intimità”.
Infine, c’è lei: Bloody Mary o come vogliamo denominarla.
Sempre Thomas ha sottolineato come Mary si adatti a un certo numero di personaggi femminili spettrali della categoria Deviant Femme . In queste occasioni, Mary è una tipica personificazione della "sessualità femminile e della pericolosità delle donne, che è indicata metaforicamente dalla donna attraente che si trasforma in una strega”.
Riprendendo lo studio pionieristico di Janet Langois su Bloody Mary, di cui mi ero occupato nella prima parte di questo mio lavoro, l’antropologo e folklorista Alan Dundes nel 1998 su Western Folklore ha proposto un’interpretazione psicoanalitica del rituale secondo la quale le ragazze avrebbero messo in atto la narrativa di Bloody Mary come modo per affrontare la loro paura del menarca, la prima mestruazione, e pertanto come riflesso rituale dell’ansia prepuberale.
In definitiva, varie interpretazioni per cercare di comprendere il perdurare della leggenda tra diverse generazioni: una leggenda che proprio adesso sta godendo di una seconda vita sulle piattaforme di video sharing.
Già nel 2008, peraltro, su YouTube erano comparsi video gli utenti si divertivano a filmarsi mentre invocavano il fantasma, ma è dal 2015 che quella che ora viene chiamata "Bloody Mary Challenge" è diventata virale.
Come ha ricordato Eymeric Manzinali sul suo sito Spokus.eu, il video dello YouTuber filippino Guava Juice è uno dei più condivisi, avendo superato i 13 milioni di visualizzazioni. Nel breve filmato, Juice e un suo complice evocano Mary al lume di candela. All'inizio non succede nulla di straordinario, ma poco dopo accadono cose strane e uno dei due si ritrova con graffi di artigli lungo la schiena. In Italia, il primo video che ha riproposto la “sfida” dovrebbe essere stato quello di Gianmarco Zagato, dell’agosto 2016, che ha raggiunto 1,2 milioni di visualizzazioni. Ma anche sui tradizionali libri cartacei, ad esempio in quello presentato come il manuale per le adolescenti del Ventunesimo secolo, ovvero L’avventuroso libro per ragazze coraggiose, di Andrea J. Buchanan e Miriam Peskowitz (Mondadori, 2017, tit. or. The Daring Book for Girls, 2007), nella sezione “giochi da fare a un pigiama party”, compaiono le istruzioni per evocare lo spirito di Bloody Mary attraverso lo specchio. Analoghe istruzioni su come giocare invocando “lo spirito del fantasma di Maria la Sanguinaria”, scaricabili in formato pdf, le troviamo anche altrove, ad esempio sul sito nostrano WikiHow.
Qualcuno vuole provare?
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