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Estate 2019: la maledizione di Samara e' realta'



articolo di Paolo Toselli


Da quasi trent’anni vive nei nostri incubi. Prima nota solo in Giappone, suo paese di origine, ha fatto rabbrividire il mondo col suo aspetto semplice e terrificante: una ragazzina vestita di bianco con lunghi capelli neri che le coprivano il volto usciva strisciando dallo schermo di un televisore. E’ Samara (Sadako, nella sua terra d’origine), protagonista del film horror “Ringu” (conosciuto in occidente come “The Ring”) diretto nel 1988 da Hideo Nakata, e basato sull’omonimo romanzo bestseller del 1991 di Koji Suzuki, noto come lo Stephen King giapponese. E’ stato l’inizio di una fortunata saga cinematografica, ma non solo, che prosegue tuttora.


Il nucleo mitico della trama di “The Ring” - che si ripropone nelle varie versioni narrative - è la storia di una ragazza con poteri soprannaturali che viene gettata in un pozzo e lasciata morire di stenti. La sua vendetta si inasprisce mentre il suo spirito rimane intrappolato nel pozzo e usa i poteri psichici per trasferire il suo essere su una videocassetta. Quando la sua immagine viene visualizzata, lo spettatore resta "infettato" ed è condannato a morire entro una settimana a meno che non la copi e non la trasmetta a sua volta.


La notevole valenza culturale di “The Ring” in oriente è facilmente comprensibile ove si accosti la trama ad alcuni dei più noti racconti popolari di fantasmi, e ad uno in particolare, quello in cui lo spettro di una giovane donna, gettata in un pozzo dal suo maestro Samurai e lasciata morire, torna a perseguitarlo per vendetta.


Ma cosa ha a che fare tutto ciò con l’Italia e la psicosi che si è ingenerata attorno alle apparizioni dei simulacri di Samara nelle calde notti di questa fine estate?


La prima segnalazione del fantasma risulta essersi verificata il 27 agosto in quel di Catania. Quello stesso giorno viene pubblicato su Youtube, col titolo “Video scioccante Samara horror Catania librino”, da “maick28”, un breve filmato ripreso nottetempo da uno scooter, circa un'improbabile Samara in abito bianco e lunghi capelli neri che si aggira in un’area adibita a giardinetti e che ad un tratto inizia a inseguire una persona in fuga. Da notare un particolare presente: una bambola posta a sedere su un’altalena. Il tutto dà l’idea di una vera e propria messinscena, tant’è che lo stesso “maick28” (uno youtuber che ha aperto ad inizio 2018 un suo canale più che altro dedicato ai videogiochi tra cui anche quelli del tipo “survivor horror”) commentava “penso sia uno scherzo ISCRIVETEVI per nuovi video”.


Il filmato, che, assieme ad alcune foto pubblicate in rete, avrebbe a questo punto dato il via al contagio, dopo due settimane aveva raggiunto le 116.000 visualizzazioni.


La Samara Challenge, come verrà definito il fenomeno a partire dal 30 agosto, e cioè tre giorni dopo la prima apparizione in Sicilia, non pare essere mai esistito prima come termine e pertanto non è un qualcosa copiato dalla cultura statunitense o da quella di altre nazioni, come invece asserito da alcuni commentatori. Il binomio “fantasma-sfida” appare la prima volta sul sito giornalistico Napoli Today, sul quale alle ore 10.19 viene pubblicato un articolo intitolato “Samara challenge, lo scherzo che sta terrorizzando Napoli e provincia”. Un secondo esempio, in ordine di tempo, parrebbe essere il video "Samara Challenge, lo scherzo del momento che rischia di trasformarsi in linciaggio” caricato da Fanpage.it lo stesso giorno alle ore 17.18.


Sono presenti invece su Youtube alcuni video del genere scary prank ("scherzo pauroso") provenienti dalle aree più disparate del pianeta, realizzati e pubblicati negli scorsi anni. Anche in questo caso vere e proprie messinscene di incontri falsamente casuali con ipotetiche Samare ambientati all’interno di edifici o all’aperto, video che hanno raggiunto milioni di visualizzazioni.


Il fenomeno sembra essere molto più simile a quanto avvenuto nell’autunno 2014, quando da noi, ma anche in Francia, esplose la mania dei “clown picchiatori”: alcune persone andavano in giro con maschere da pagliaccio a spaventare e picchiare i passanti. Tutto era nato da un video su Youtube che sembrava reale, quando in realtà erano tutti attori, anche le persone spaventate. Qui potete leggere il resoconto fatto all’epoca da Sofia Lincos.


Tornando a Samara, il livello di popolarità che ha da noi assunto il fenomeno è testimoniato, tra l’altro, dalle numerose parodie e dagli utilizzi, spesso “impropri”, del meme, ma anche dall’uso che ne ha fatto un personaggio come Vittorio Sgarbi, che secondo un’agenzia Adn Kronos del 7 settembre ha affermato:


Vedere Di Maio agli Esteri è come incontrare Samara di notte

oppure dall’editoriale satirico pubblicato il 5 settembre sul giornale online La Domenica settimanale intitolato “Apparso Salvini-Samara a Palazzo Chigi: scatta piano di sicurezza delle forze dell’ordine”, con tanto di foto della pseudoapparizione.


E non possiamo dimenticare gli interventi sui potenziali pericoli indotti dal fenomeno da parte, ad esempio, della Polizia Postale e del Codacons, ben nota associazione per la difesa dell’ambiente e per la tutela dei diritti di utenti e consumatori, che nella sua rassegna stampa annovera dal 4 al 10 settembre addirittura trentanove articoli (di cui 19 solo per la giornata di domenica 8) che riprendevano le dichiarazioni di suoi esponenti...


Ma perché proprio Samara, e perché proprio ora?


Alla duplicazione delle Samare avrà probabilmente contribuito anche la facilità dl travestimento: veste bianca o lenzuolo e, in caso non si sia già provvisti per natura, una parrucca di capelli lunghi e neri.


Su Youtube il 9 luglio scorso è apparso il trailer ufficiale del film giapponese “Sadako”, ennesima ripresa del brand Samara. La pubblicazione coincideva con la presentazione in anteprima della pellicola per l'apertura del “Fantasia International Film Festival” di Montreal (Canada). In quest’ultima versione, diretta nuovamente da Hideo Nakata e uscita nelle sale giapponesi il 24 maggio scorso, uno youtuber risveglierà la maledizione pubblicando un video in cui era stato ripreso accidentalmente lo spettro. Da segnalare la presenza, sempre nei trailer, di un’inquietante bambola che assomiglia a Sadako.


Tutto ciò non ricorda il contesto della prima apparizione nostrana di Samara in quel di Catania, bambola compresa? Semplice coincidenza? Contagio psichico?


La maledizione è divenuta realtà e ciò, a livello di epifenomeno, potrebbe spiegare anche l’apparente incomprensibile comportamento delle folle riversatesi sulle strade a caccia del fantasma e la cassa di risonanza operata da tutti i media. Il contagio transmediale tra rete, carta stampata e tv si verifica perché Sadako/Samara funziona come un essere che infetta il reale. La sua maledizione virale riduce l'umanità e la tecnologia alla stessa funzione usando entrambi come contenitori per la proliferazione della sua immagine.


E’ interessante a questo proposito l’analisi condotta da Jessica Balanzategui nel 2014 sul contagio dei media e il franchise di “The Ring”:


Una componente centrale del mito è una forma mostruosa di transmediazione in cui lo spettatore umano diventa solo un altro condotto per l'immagine di Sadako. Che le immagini maledette di Sadako infettano in modo extradiegetico (ossia, che va oltre lo svolgimento narrativo dell’opera, n.d.a) la mente dello spettatore è confermato con ulteriore forza dall'idea che Sadako abbia la capacità di esplodere attraverso lo schermo che proietta la sua immagine ed entra nello spazio reale dello spettatore. Tale meccanismo spinge lo spettatore a diventare un partecipante all'interno della narrazione, anziché un osservatore al di fuori dell'universo sullo schermo.

Così, per promuovere l'uscita nel 2012 del film “Sadako 3D”, uno dei tanti remake della saga, presso il parco a tema Sega Joypolis di Tokyo è stata creata un'attrazione con labirinti e richiami al mondo di Sadako: una persona in costume ogni tanto appariva dove meno la si aspettava avanzando minacciosa verso i visitatori. Alla fine Sadako inseguiva i partecipanti anche fuori dall’attrazione. Sempre in occasione dell’uscita di questa pellicola, su una delle vie principali di Tokio si è tenuta una parata di cinquanta Sadako che fuoriuscivano da uno schermo televisivo e che interagivano con i passanti. Sadako è anche entrata a far parte dell'intrattenimento pre-partita durante un importante incontro di baseball al Tokyo Dome. E' stata lei a lanciare la prima palla.


Malgrado l’Italia non sia il Giappone, i social media hanno contribuito a globalizzare anche le nostre fantasie, e non per caso la più recente generazione di leggende metropolitane da tempo vive e si propaga attraverso Whatsapp e Instagram con immagini, brevi video e file audio: i “creepypasta” dall’inglese “copypasta”, storie generalmente anonime che vengono copiate (copy) e incollate (paste) su vari siti, blog, forum e social network. Nel caso specifico, copy è stato sostituito con creepy (spaventoso, che fa paura) per sottolineare la volontà di impressionare e scioccare il lettore. I creepypasta hanno temi ricorrenti: entità misteriose, videogiochi maledetti, computer e telefonini infestati. Sono caratterizzati dalla velocità con cui si diffondono e dalla facilità di divenire virali in poche ore o giorni. “Slenderman” è una delle personificazioni più inquietanti di questo genere. Ricordiamocelo: è nato per mano di Eric Knudsen a fronte di un concorso fotografico.


Slenderman, dedito di solito a rapire bambini e ragazzi, di aspetto umanoide, altissimo, con lunghe braccia e senza volto ha valicato i confini del web per intromettersi nella nostra realtà, come possibile ispiratore o responsabile di effettivi episodi di cronaca nera ambientati In America e in Gran Bretagna. La grande popolarità di Slenderman lo ha reso protagonista di videogiochi, di cortometraggi e poi di un vero e proprio film horror.


Creepypasta a parte, la Samaramania sembra essere rimasta circoscritta al nostro paese, ed ha avuto poco risalto fuori dai confini nazionali. Comunque, a seguito della segnalazione del Ceravolc (vi ricordiamo il primo e il secondo articolo che abbiamo pubblicato nella prima metà di settembre), ne ha scritto il 31 agosto sul suo blog dedicato alle leggende metropolitane e ai “rumors”, il giornalista e ricercatore universitario olandese Peter Burger.


Un altro articolo è apparso il 9 settembre sul sito statunitense Know Your Meme, e il tabloid britannico Daily Mirror il 10 settembre sul suo sito ha pubblicato un articolo sul terrore diffuso nel nostro paese da Samara, facendola apparire anche a Barcellona, in Spagna, quando in realtà si trattava di Barcellona Pozzo di Gotto, comune in provincia di Messina!


Trascorsi venti giorni dalla prima manifestazione, e dopo aver infettato centinaia di luoghi, da sud a nord, dalle metropoli al paesello, ad eccezione solo del settentrione che ne è stato appena sfiorato, la Samaramania pare essere giunta verso la conclusione e lo spettro sembra ritornare nel fondo del pozzo.


Lasciateci pensare che l’acqua, questa volta caduta dal cielo, per una curiosa legge del contrappasso, abbia probabilmente fatto sparire Samara dalle nostre strade.

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