Articolo di Sofia Lincos e di Giuseppe Stilo
Nel periodo più caldo delle manifestazioni del movimento Black Lives Matter, l’estate scorsa, in parecchie cittadine americane si erano diffuse voci sull’arrivo degli Antifa: si raccontava di un’imminente invasione da parte di estremisti di sinistra, magari già in attesa nei dintorni o pronti a calare in massa con pulmini e bus, organizzati per devastare, saccheggiare e, comunque, manifestare in maniera aggressiva e violenta (particolarmente curiose le dicerie sui mezzi impiegati dai partecipanti alle proteste, come la liberazione di animali dagli zoo o l’addestramento di procioni per la guerriglia). Analoghe, sul versante opposto, correvano notizie incontrollate su possibili azioni di gruppi razzisti e suprematisti contro gli afroamericani.
A parte i precedenti più antichi, questo genere di paura - l’invasione imminente delle piccole cittadine di provincia da parte di un nemico esterno o interno - è un motivo costante della cultura popolare americana (e non solo). Basti pensare a videogiochi strategici come World in Conflict (2007) o, più indietro, a film come Red Dawn (1984, nell’immagine in evidenza) e Invasion USA (1985); ma in realtà, timori per l’attacco a sorpresa dei “cattivi” possono essere fatti risalire sino a pellicole satiriche come The Russians Are Coming (1966).
Nel clima di scontro delle elezioni presidenziali, una voce del genere è dilagata dapprima negli ambienti della destra americana per poi giungere sino a quelli che vengono chiamati media mainstream.
In sostanza, nella sua versione iniziale diffusa ai primi di ottobre da ambienti estremisti, si sosteneva che in Canada si stavano ammassando truppe cinesi pronte ad invadere gli Stati nord-occidentali dell’Unione - il tutto con il beneplacito del governo Trudeau.
L’8 ottobre la voce è comparsa sul blog del suprematista Hal Turner (già condannato al carcere per minacce di morte rivolte ad alcuni giudici), che invitava i suoi concittadini a “prepararsi e ad armarsi” in vista della probabile invasione. In realtà, al centro di questa storia c’era l’odio di alcuni segmenti della alt-right americana per il primo ministro canadese (Justin Trudeau, appunto, definito da Turner un globalista/comunista). Per “provare” la veridicità delle voci, Turner leggeva a modo suo un accordo finanziario firmato nel 2014 da un governo canadese precedente l’amministrazione Trudeau, con cui la Cina era autorizzata a compiere massicci investimenti economici nel Paese - ma senza che, naturalmente, l’accordo avesse qualcosa a che fare con oscuri patti militari e propositi di invasione…
Come si vede, queste storie hanno avuto origine un mese prima delle presidenziali, che si sono tenute il 3 novembre (con tutto il loro seguito di polemiche e tentativi sempre più disperati di Trump di trovare un modo per invalidarle).
È plausibile che il linguaggio da fine dei tempi, che il circolo dei consiglieri di Trump ha inasprito mano a mano che questi tentativi fallivano, abbia contribuito negli ultimi giorni di novembre a rinfocolare la voce dell’invasione cinese imminente - o, addirittura… già in corso!
Il 1° dicembre l’account Twitter Ministry of Truth si chiedeva senza mezzi termini come mai in Canada ci fossero truppe cinesi: constatato il risorgere delle dicerie, Snopes ha chiesto via mail alla Polizia a cavallo canadese (che ha anche compiti di sorveglianza confinaria) se ne sapeva qualcosa - ricevendo, come prevedibile, una cortese risposta di diniego. In un articolo al riguardo comparso su Snopes il 4 dicembre era menzionato anche un video “di conferma” della voce: un uomo raccontava di aver appena incrociato in auto soldati cinesi su un’isola canadese nella zona di Vancouver, al confine con lo Stato di Washington. Peccato che in realtà si vedessero solo alcuni individui in tuta verde gironzolare lungo una strada... Il 10 dicembre, invece, un americano spaventatissimo ha postato su Youtube un video denuncia, in cui lo si vede viaggiare in auto e raccontare la storia dell’invasione cinese (dietro la vettura, sventola una bandiera con la scritta “Trump”). L'uomo afferma di aver saputo della presenza dei militari da infowar.com (il sito legato al noto cospirazionista americano Alex Jones); poi aggiunge che questo fatto è noto da tempo (i soldati sarebbero arrivati durante il governo Obama), che ha sentito voci sulla loro presenza anche in Messico (ma non ne è sicuro) e se la prende con il governo canadese per la sua collaborazione con i piani di guerra di Pechino.
In realtà, quando quell’uomo postava il suo video, Hal Turner aveva già dato il via a una nuova versione della voce dell’invasione cinese, al cui confronto quelle precedenti sembrano quanto di più banale possa esserci.
All’alba del 9 dicembre si era infatti verificato un modesto terremoto con epicentro a Robbinston, nel Maine… Un piccolo centro proprio al confine con il Canada. Ma era davvero un sisma? Hal Turner pensava di no. La sera dello stesso giorno, infatti, parlando dalla sua stazione radio, Turner annunciava di aver saputo che si era trattato di un episodio molto più sinistro: il terremoto era stato causato da una bomba ad alta penetrazione (una bunker-buster) sganciata da un aereo militare americano su… un nascondiglio sotterraneo. E chi c’era lì dentro al bunker? Nientemeno che 56.000 soldati cinesi, già entrati di nascosto negli Stati Uniti, che avevano varcato la frontiera proprio presso Robbinston. Erano rimasti tutti uccisi, l’attacco era stato sventato!
Poteva forse una voce del genere non diffondersi subito a macchia d’olio? Nelle ore e nei giorni successivi, le autorità locali di Robbinston, allibite, hanno ricevuto migliaia di richieste di chiarimenti e appelli a “dire la verità” su quanto stava succedendo. Lo stesso è successo a diversi fra gli abitanti del paese, che conta in tutto circa 500 residenti (tra cui molti anziani, che non avevano idea di come potesse essere nata la leggenda).
Alcuni osservatori hanno fatto notare un particolare interessante: è possibile che quest’ultima versione della storia dell’invasione cinese sia ibridata con un’altra voce post-elettorale americana diffusa da Roger Stone, un esponente della destra repubblicana del Maine, che in un programma radiofonico del già ricordato Alex Jones, aveva dichiarato:
Sono appena venuto a conoscenza di prove assolutamente incontrovertibili del fatto che navi nord-coreane hanno scaricato urne elettorali in una baia nel Maine, nello Stato del Maine.
Anche la storia dell’invasione cinese sembra possedere uno dei caratteri fondamentali che permettono la sopravvivenza delle leggende contemporanee: la capacità di trasformarsi rapidamente in narrazioni in parte divergenti da quelle precedenti, in funzione del nuovo pubblico, dei contesti locali, dei vari mezzi impiegati per la loro circolazione.
E anche per oggi, cari lettori, da Radio Pechino (o da Radio Pyongyang) è tutto.
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