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La famosa invasione dei polpi nel Devon





Il 28 settembre 1950, il quotidiano britannico Plymouth Western Morning News riferì di una riunione del Devon Sea Fisheries Committee svoltasi a Newton Abbot, nel sud dell’Inghilterra. Le acque costiere della contea del Devon stavano subendo un’invasione di polpi, e la cosa stava danneggiando la pesca, in particolare quella delle aragoste. I cefalopodi entravano nelle nasse tese per la cattura dei crostacei e divoravano le aragoste catturate, di cui erano ghiotti. Il pescato era tra i più poveri degli ultimi anni. Tuttavia, il funzionario incaricato di relazionare sulla situazione raccontò anche di una voce che gli era stata riferita da un pescatore della zona:


Gli è stato raccontato da un pescatore in un piccolo porto del Devon che la ragione dell’invasione risiede nel fatto che i pescherecci russi [i trawlers da pesca a strascico, NdT] che hanno visitato l’area tempo addietro erano pieni di vasche che contenevano polpi, e che questi furono liberati nella Manica, lungo la costa. Il dottor E. Vanstone ovviamente disse che si trattava di un’invenzione, e che la cosa non avrebbe dovuto ricevere nessuna pubblicità. Alcuni si ricordavano di quando si supponeva che mitici soldati russi andassero in giro per il paese. Il primo tenente Batten: Mi è stato raccontato da un anziano pescatore che ci credeva sul serio, ma ovviamente non ne ho tenuto conto. (Plymouth Western Morning News, 28 settembre 1950)

L’articolo completo è disponibile su Weird Universe, un sito gestito da Alex Boese (già fondatore del Museum of Hoaxes), dallo scrittore di fantascienza Paul Di Filippo e dal giornalista Chuck Shepherd (News of the Weird); da tempo il sito raccoglie notizie e articoli d’epoca su eventi bizzarri, storie “fortiane” e leggende.


Dunque, nel 1950 in Inghilterra si raccontava che la ragione dietro all’aumento dei polpi fosse da ricercare in un’azione deliberata dei sovietici (si era ai tempi di Stalin…), forse al fine di danneggiare l’industria ittica inglese. La voce, comunque, ebbe poco risalto sui quotidiani, anche perché le autorità del Devon etichettarono subito la leggenda come tale. In questo senso, è interessante il paragone fatto nel testo con la storia dei “mitologici soldati russi”. 


Il riferimento, molto probabilmente, rinvia a una leggenda di guerra diffusasi in Inghilterra (ma anche in Francia) nell’agosto del 1914, proprio agli inizi della Prima guerra mondiale. Si raccontava che un enorme contingente di cosacchi fosse in arrivo dalla Russia - anzi, testimoni affermavano di aver avvistato questi soldati un po’ ovunque in Gran Bretagna. Si diceva che questi si spostassero tramite treni con le tapparelle dei finestrini abbassate. Al fraintendimento contribuirono, probabilmente, diversi elementi, come il fatto che un gruppo di soldati scozzesi fu scambiato per russi e un telegramma che annunciava “centomila russi diretti da Londra ad Aberdeen” (in realtà si trattava di un carico di uova, ma nei telegrammi si omettevano a volte alcune parole per risparmiare, quando le espressioni erano ovvie per l’interlocutore che riceveva la comunicazione). Ad ogni modo, si tratta di un caso esemplare di leggenda nata in condizioni di stress dovuto alla guerra, e che rimase a lungo nella memoria collettiva britannica, tanto da esser preso a esempio dagli storici, dai sociologi e, in tempi più recenti, dagli studiosi del leggendario contemporaneo.


Polpi contro dorifore


I polpi sono comuni nella Manica e sulle coste settentrionali francesi, specialmente nella stagione estiva. Il loro numero è molto variabile, ma in certi anni può raggiungere dimensioni ragguardevoli. Negli anni 1899-1900, ad esempio, i pescatori erano disperati per l’aumento di questi animali, che predavano granchi e aragoste. E proprio nel 1949-1950 si verificò una di queste proliferazioni, probabilmente a causa di una serie di estati calde negli anni precedenti. I pescatori costieri del Devon e della Cornovaglia tiravano su le loro nasse sperando di trovarvi dentro aragoste e granchi, e invece le trovavano continuamente piene di polpi. Naturale, quindi, che fossero desiderosi di trovare una causa per quella piaga. E in piena Guerra fredda, con l’invasione della Corea del Sud da parte di quella del Nord appena iniziata a fine giugno e il conseguente, definitivo irrigidirsi dei blocchi sovietico e occidentale, veniva naturale pensare a un intervento deliberato del “nemico”.


D’altra parte, qualcosa di analogo stava accadendo dall’altra parte della cortina. Il 23 maggio del 1950 Max Tröger, un contadino che aveva i suoi campi a Schönfels bei Zwickau, nella Germania dell’Est (la “Repubblica democratica tedesca” era stata appena proclamata, sotto l’egida dei carri armati sovietici), accusò due velivoli statunitensi di aver sorvolato i suoi terreni, e affermò di aver trovato il suolo, il giorno successivo, completamente infestato da insetti gialli e neri. Si trattava di dorifore delle patate, un coleottero molto dannoso per l’agricoltura. Secondo Tröger, gli animaletti erano stati lanciati proprio dagli aerei americani, in un’azione deliberata per sabotare l’economia del neonato stato di obbedienza comunista. Le sue dichiarazioni ebbero ampia eco sulla stampa, ben presto riprese dai giornali di altri paesi del blocco sovietico, dalla Cecoslovacchia alla Corea del Nord. 

A differenza del caso inglese, però, stavolta le autorità si fecero attive portavoci di queste dicerie: il 26 maggio del 1950 il governo di Berlino Est accusò ufficialmente gli Stati Uniti dell’azione, tramite un comunicato.


Anche nel caso delle dorifere la leggenda poggiava su un aumento “anomalo” di questi insetti - dovuto, con tutta probabilità, alle difficoltà nella produzione su larga scala di insetticidi per far fronte all’animaletto infestante e ai limiti ancora gravi della produzione agricola pianificata nei paesi dell’Est europeo. Le dicerie sugli aerei spargi-dorifore erano un buon modo per evitare di parlare della vera origine del problema, accusando un nemico esterno della diffusione.


Una lunga storia di false diffusioni animali


Storie come quella dei polpi e delle dorifere, in realtà, sono antichissime. A chi ci legge verranno subito in mente le voci sui lanci di vipere dagli elicotteri o quelle sui piccioni diffusi in maniera deliberata nel Nord Italia, ma altrettanto numerose sono quelle leggende che accusano della proliferazione di un animale nocivo azioni deliberate di guerra perpetuate dal nemico di turno. 


Una delle più remote è stata individuata dal filologo Tommaso Braccini e riguarda l’imperatore Decio, che regnò su Roma tra il 249 e il 251. Alcune fonti raccontano che Decio, per contrastare i barbari che incombevano sui territori dell’Arabia, della Siria e della Palestina, aveva liberato lungo i confini leoni e rettili velenosi, fatti arrivare direttamente dall’Africa. Anche in questo caso, la diceria potrebbe poggiare su un aumento di questi animali, e sulla necessità di darsene una ragione. 


In Iraq, nel 2007 si trattava invece di tassi del miele, la cui proliferazione (dovuta probabilmente a ragioni climatiche e ambientali), scatenò un’ondata di voci sulla loro diffusione da parte delle forze di occupazione britanniche, presenti nel paese dal 2003, quando gli occidentali avevano rovesciato il regime di Saddam Hussein. In procinto di ritirarsi (l’operazione sarebbe stata completata entro la fine dell’estate), l’esercito britannico avrebbe diffuso i pericolosi animali come spregio nei confronti della popolazione locale, che non lo aveva accolto come liberatore.


Infine, ultima arrivata in questa casistica, si può menzionare la leggenda secondo cui gli ucraini diffonderebbero in Russia velenosissime vipere palestinesi bioingegnerizzate, trasportate nella regione di Mosca mediante droni militari.


I polpi del Devon del 1950, dunque, sono in ottima compagnia: raccogliendo tutti gli animali che negli anni sarebbero stati diffusi artificialmente dagli eserciti di ogni nazione, verrebbe fuori un popolatissimo zoo. 


Immagine in evidenza: da Pixabay, una creazione di Iffany. Visitate il suo profilo!


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