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Un killer sul sedile posteriore a Costabissara e a Seregno

  • Immagine del redattore: Sofia Lincos
    Sofia Lincos
  • 9 apr
  • Tempo di lettura: 7 min

Allora... Mi ha raccontato oggi Chiara che sua figlia ad Halloween è andata in Villa Bonin con delle sue amiche. Una di queste è di Costabissara. Tornando indietro - cioè, tornando a casa, la sua amica è tornata a casa sola - ha trovato in mezzo alla strada dei rami…

Inizia così un audio che ha cominciato a circolare su WhatsApp nei primi giorni di novembre 2024, appena dopo la festa di Halloween. Nell’audio, una donna racconta della disavventura accaduta a una giovane di Costabissara, in provincia di Vicenza. 


Tornando da una festa nella periferia industriale di Vicenza, la ragazza trova la strada ostruita da alcuni rami. Scende quindi dal veicolo per liberare il passaggio, poi riparte. Di lì a poco, però, un gruppo di giovani, su un’altra auto, inizia a seguirla, azionando più volte i fari (“sfanalavano e sfanalavano”, racconta l’audio). La guidatrice, impaurita dal veicolo che la sta tallonando, chiama i genitori; il padre scende in strada per aspettarla in sicurezza. Giunti a Costabissara, l’equivoco viene chiarito: quando la ragazza era scesa per liberare la strada dai rami, un malintenzionato era salito in auto. I giovani, che avevano assistito alla scena, volevano avvisarla del pericolo. Sul sedile posteriore vengono ritrovati una corda e un coltello, segno tangibile delle cattive intenzioni dell’uomo, che nel frattempo si era dato alla fuga. I ragazzi della seconda auto non erano bulli o criminali: con il loro inseguimento, avevano salvato la giovane. 


L’audio, corredato di una serie di consigli per le ragazze sole di notte, si è diffuso subito. Sia il comune di Costabissara, sia la polizia locale, sono stati sommersi da telefonate di cittadini spaventati. La storia è stata postata anche su Facebook, sia pure in forma ridotta, generando un intenso dibattito. 


Nel frattempo, i presunti casi di aggressione erano già diventati due:


!! attenzione!! Nei giorni scorsi a Vicenza ci sono stati già due episodi in cui uno sconosciuto è riuscito ad entrare nella macchina nei sedili posteriori, con l'intenzione di rubare l'auto o fare violenza. (Zona Villa Bonin) Nel primo caso, sono stati usati dei tronchi per ostacolare la strada, in modo da indurre la ragazza ad uscire dalla macchina, lasciando via libera alla persona di entrare in macchina. La persona, dopo aver probabilmente capito di essere stato visto da una macchina dietro, è scappata, lasciando dietro di sé una corda e un coltello. In un altro caso invece non è stato usato alcun escamotage. A causa del buio o della musica troppo alta, una persona è riuscita a intrufolarsi nei sedili posteriori senza essere sentita o vista (probabilmente mentre la macchina era ferma ad uno stop). Anche questa persona è scappata perché pensava di essere stata scoperta nel momento in cui la ragazza ha preso il telefono in mano per chiamare i genitori. Non fermatevi e non uscite dalla macchina per nessun motivo se ci sono ostacoli di qualsiasi tipo in mezzo alla strada. Non fermatevi a pulire il parabrezza nel caso sia sporco di uova o altro. Non appena entrate in macchina chiudetevi dentro.

Come avrete intuito, la storia era falsa: giornali come L’Eco vicentino, Il Giornale di Vicenza e il Corriere del Veneto hanno interrogato sia i carabinieri di Vicenza, sia quelli della vicina Thiene, ottenendo però solenni smentite: nessuna denuncia era arrivata alle forze dell’ordine, che anzi stavano indagando per procurato allarme. Difficile pensare che, nelle circostanze descritte dalla voce, i giovani “salvatori” non avrebbero pensato di chiamare il 112, o che non lo avesse fatto il padre della ragazza, convinto che sua figlia fosse inseguita da malintenzionati. 


Nell’appello, poi, l’avviso di non fermarsi per nessuna ragione (nemmeno a uno stop) si unisce all’invito a non pulire il parabrezza dell’auto se colpito da un uovo. Un dettaglio indicativo, perché il consiglio ricalca una vecchia bufala, in circolazione da diversi anni. Nel 2023, per esempio, su Facebook si era diffuso questo testo, diventato virale in brevissimo tempo:


ATTENZIONE A QUESTA TRUFFA: Se di notte ti lanciano un uovo contro il parabrezza, mantieni la calma e accelera. Non usare il tergicristallo e non spedire acqua sul parabrezza. Accelera e sparisci perché i ladroni si aspettano che tu ti fermi. Spiegazione: Il contenuto dell'uovo e l’acqua mescolandosi formano una sostanza vischiosa come il latte che ti impedisce di vedere dove vai, riducendo la tua visione del 90% e costringendoti a fermarti sulla strada, dove sarai vittima di una rapina. Questa e’ l'ultima modalità di attacco inventata dai ladroni. Trasmettere questo messaggio ad amici e familiari. FATE MOLTA ATTENZIONE (da Open, 26 settembre 2023)

La bufala riprende una serie di appelli sugli stratagemmi dei malintenzionati (ricordate quando si parlava di seggiolini per bambini lasciati per strada per indurre le donne a scendere dall’auto, o di rapimenti con la scusa del latte condensato?). Se per caso un uovo fosse lanciato contro la vostra auto, rimuovetelo pure con il tergicristalli: l’acqua laverà via il disastro senza problemi, e senza formare nessuna “sostanza vischiosa”.


Torniamo al nostro sedile posteriore. Nelle stesse ore in cui l’appello circolava nel Vicentino, la stessa storia circolava anche in Emilia Romagna, questa volta ambientata a Soragna, nel Parmense. Il canovaccio era lo stesso: con un audio, si raccontava la vicenda accaduta all’amica di un’amica, con tanto di inseguimento dell’auto e fuga dell’aggressore sul sedile posteriore. Il 5 novembre, le polizie locali di Busseto e Soragna hanno smentito direttamente la storia, tramite la loro pagina Facebook:


!! ATTENZIONE !! In queste ore è diventata virale una notizia che sta girando in particolare su whatsapp oltre che sui social. In realtà si tratta di una gigantesca fake news. Uno "scherzo" pessimo e davvero di cattivo gusto che bisogna assolutamente evitare di condividere ed alimentare. Viene raccontato un fatto spaventoso ed allarmante riguardante una ragazza ed il presunto aggressore che sarebbe avvenuto tra Chiusa Ferranda e Soragna. Ribadiamo che non esiste nessun aggressore e non è avvenuto alcun episodio del genere a Soragna ed in nessun altro luogo. Chiediamo la massima condivisione di questo nostro post evitando di continuare ad inoltrare il suddetto messaggio audio per impedire che diventi ancora più virale. Ricordiamo a tutti, inoltre, che per qualsiasi altro chiarimento potete contattarci ai nostri numeri di servizio.

Non molti fra i giornali e i siti che hanno ripreso le smentite delle forze dell’ordine si sono accorti che la bufala era in realtà una vecchia leggenda metropolitana, assai diffusa negli Stati Uniti. È la storia del killer nel sedile posteriore, raccolta per la prima volta dallo studioso Carlos Drake nel 1968 sulla base di racconti di studenti dell'Università dell'Indiana.


La storia presenta due forme principali. La prima è del tutto analoga a quella circolata in Italia nel novembre del 2024. Si veda, per esempio, questa variante, tratta dal sito La tela nera:


Una donna torna verso la sua macchina dopo essere uscita dalla casa di alcuni amici. È notte, sono le due passate e in giro non c’è nessuno. Nota un uomo che la segue, va proprio verso di lei, ma la signora ha parcheggiato a poca distanza e riesce a rifugiarsi in automobile, chiudendosi dentro, e a partire prima che l’individuo la raggiunga.La malcapitata percorre un tratto di strada e nota che l’uomo che le stava appresso la sta pedinando vicinissimo con la sua auto, tenendo gli abbaglianti accesi. La donna si spaventa e percorre un pezzo di statale sperando di incrociare qualche altra vettura o di incontrare qualche pattuglia. Nulla. Pare che sulle strade non ci sia proprio nessuno. La donna pesta sull’acceleratore e si precipita verso casa, guidando anche in maniera un po’ spericolata. Una volta davanti a casa, vedendo dallo specchietto retrovisore che il suo pedinatore le sta ancora dietro, scende appena dalla macchina e si mette a chiamare a gran voce il marito, pronta a ripiombare in automobile nel caso il losco individuo cerchi di aggredirla.Il consorte accorre verso la moglie e si fa spiegare cosa è successo. A quel punto anche il pedinatore scende dalla propria vettura. - Che cosa credeva di fare? Le sembra il modo di spaventare una donna di notte! – gli urla il marito e fa per spintonarlo. - Si calmi! E chiuda la macchina, subito! – esclama l’uomo, cercando di difendersi. Il marito si arrabbia ancora di più e vorrebbe picchiarlo. - La chiuda, signora, la chiuda! La moglie, pur non spiegandosi il perché, fa partire la chiusura centralizzata. – Ho cercato di avvisare sua moglie prima che partisse, mezz’ora fa – dice lo sconosciuto ai due, visibilmente sollevato dopo che la donna ha fatto scattare le serrature, cercando di scrollarsi il marito di dosso – ma è scappata subito via. C’è un uomo sulla sua macchina, sul sedile posteriore! Il marito, furente, spia dentro l’abitacolo. Sul sedile posteriore vede che vi è davvero un uomo accucciato e chiama immediatamente la polizia. Il pedinatore infine spiega: - Quando ho visto quell’uomo ho cercato di avvertirla, ma non ce l’ho fatta. Ho pensato che se la seguivo e facevo in modo che la macchina fosse molto illuminata, con gli abbaglianti puntati contro, non avrebbe avuto il coraggio di tirarsi su!

La storia è interamente giocata sulla rivelazione finale: l’inseguitore non è un criminale, ma l’uomo che ha salvato la vita alla donna. In alcune versioni, il malintenzionato riesce a scappare, in altre viene arrestato. Ad ogni modo, le sue cattive intenzioni sono palesi. 


Esiste anche una variante in cui il ruolo del salvatore spetta a un benzinaio, che cerca di attirare la donna all’interno del negozio con una scusa:


Il benzinaio prende in mano la tessera o la banconota e afferma che c’è qualcosa che non va: la tessera è scaduta oppure la banconota è falsa. Convince la signora a seguirlo in ufficio perché possa chiamare la banca o la polizia. La protagonista è riluttante ma alla fine si persuade. Il benzinaio fa entrare la signora in ufficio, chiude la porta a chiave e solo allora le rivela che sul suo sedile posteriore c’è un uomo accucciato e nascosto.

Come detto, questa leggenda si è diffusa negli Stati Uniti almeno a partire dagli Anni 60 del Novecento, anche se ci ha messo un po’ per arrivare in Italia. 


Il folklorista Jan H. Brunvand, nell’occcuparsene nella sua monumentale Encyclopedia of Urban Legends (pp.358-361, ediz. ampliata, 2012), commentava trattarsi di una storia che non era ancora stata rilevata dagli Stati Uniti. In effetti questa è forse la prima volta che la leggenda si diffonde in modo tanto eclatante da coinvolgere pure le forze dell’ordine, anche se sui social italiani è presente da anni. Probabilmente ha varcato i confini grazie a internet, ai siti di creepypasta e ai social, ma una mano l’hanno data anche film e libri. Il più celebre è probabilmente Urban Legend (1998), in cui la nostra storia gioca un ruolo importante nell’intreccio, ma è presente anche in un episodio di American Horror Stories e nel libro Scary Stories to Tell in the Dark, di Alvin Schwartz.


Foto di Kev da Pixabay

 
 
 

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